Camillo D’Angelo è il nuovo presidente della Provincia di Teramo

Teramo. Camillo D’Angelo è il nuovo presidente della Provincia di Teramo.

 

Il sindaco di Valle Castellana, espressione civica, in un lungo testa a testa ha primeggiato sul collega di Tortoreto, Domenico Piccioni. Più staccato Massimo Vagnoni (Martinsicuro). E per quelli che erano gli indicatori del prima del voto, la vittoria di D’Angelo rappresenta una piccola sorpresa. Una candidatura non appoggiata ufficialmente da nessun partito, ma capace strada facendo di calamitare consensi.

E mentre si fanno i calcoli sui cosiddetti franchi tiratori, Camillo D’Angelo al fotofinish supera Piccioni una manciata di voti.

 

Risultato finale

Camillo D’Angelo 40,85%
Domenico Piccioni 39,25%
Massimo Vagnoni 19%

 

 

“Una vittoria sofferta”, ha commentato a caldo Camillo D’Angelo, ” contro consiglieri regionali, parlamentari e capi politici. Ed è una vittoria del popolo, del Comune di Teramo e anche delle aree interne che nel corso degli anni non hanno avuto risposte. Con questo risultato si decreta la fine di un ciclo politico”.

Ai blocchi di partenza, numeri alla mano, Piccioni era il favorito. E in effetti il sindaco di Tortoreto (sostenuto da Fratelli d’Italia, Azione di Sottanelli, il gruppo di Gatti e da parte del Pd, che però a quanto pare ha fatto scelte diverse) è stato in corsa fino alla fine. Camillo D’Angelo, invece, ha avuto un appoggio importante dai piccoli comuni dell’interno e la differenza l’ha fatta il Comune di Teramo.

 

Ma non sono mancate nemmeno delle dinamiche interne al centrodestra, che hanno poi determinato un risultato forse a sorpresa. Dagli ambienti si parla di un appoggio a D’Angelo anche da anime del centrodestra (Lega) da comuni intermedi e sotto questo aspetto poi ha reso la partita in salita per Piccioni, mentre Vagnoni è rimasto staccato dalla corsa a due.

Val Vibrata spaccata. E in questo discorso, tra i due contendenti della stessa area politica, e dello stesso territorio, a spuntarla è l’outsider D’Angelo. Ma ne esce una Val Vibrata spaccata, che ha proposto due candidati, senza che prima ci fosse una mediazione da parte dei maggiorenti del territorio, espressione della politica regionale.

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