Tutti sono ritenuti responsabili della violazione di cui agli artt. 110, 81 c.p. e 73, comma 1 del D.P.R. nr.309/90.
Nel corso dei numerosi e prolungati servizi di osservazione, controllo e pedinamento, eseguiti nei confronti dei predetti stranieri, protrattisi per diversi mesi, venivano identificati ulteriori soggetti, tutti di nazionalità marocchina, anch’essi coinvolti a vario titolo nell’illecita attività di spaccio nei confronti di giovani residenti nella Marsica.
L’attività investigativa del suddetto Nucleo Operativo e Radiomobile, sviluppatasi da marzo a giugno 2018, permetteva di individuare un preciso modus operandi utilizzato dagli odierni indagati che, con il metodo del passaparola, avevano diffuso fra i giovani tossicodipendenti marsicani alcune utenze telefoniche, contattando le quali potevano essere fatte richieste di ordinativi di sostanze stupefacenti, in prevalenza cocaina e hashish, che venivano subito dopo soddisfatte.
È stato così delineato un vero e proprio sistema di just drug, in cui, di volta in volta, pusher ed acquirente concordavano telefonicamente i luoghi di incontro per le cessioni dello stupefacente, secondo uno schema preciso, definito dallo stesso Gip “continuativo” e “professionale”.
L’illecita attività posta in essere dagli indagati nel periodo di indagine ha fatto registrare circa 1.400 cessioni di dosi di stupefacenti, ad un prezzo medio di vendita di 40 euro a dose.
L’attività investigativa eseguita si inserisce in una più ampia pianificazione operativa volta alla prevenzione ed alla repressione dello spaccio di sostanze stupefacenti disposta nella provincia dal Comando Provinciale Carabinieri di L’Aquila.