“Non si sta chiedendo di essere ammessi a godere di un privilegio, tant’è che si propone un ampliamento del fronte anche ad altre categorie oltre la nostra – così i giornalisti di Contrordine – ma di rispondere a un’oggettiva necessità di professionalità particolarmente esposte. Per quanto attiene ai giornalisti, fotografi e operatori, la richiesta nasce dal fatto che da quando è iniziata la pandemia, siamo da sempre in prima linea sia per raccontarne fatti, sviluppi e accadimenti, che per diffondere informazioni e provvedimenti, questo per quanti operano all’interno degli uffici stampa istituzionali, specie quelli più a contatto con l’emergenza.
Fatte salve le assolute priorità contemplate dai protocolli della campagna vaccinale, come giornalisti abruzzesi ci appelliamo al buon senso di chi decide, auspicando che si prenda in considerazione una richiesta che nasce da esigenze concrete e una realtà di rischio tangibile, oltre che dalle esperienze di vita vissuta dai colleghi che hanno contratto il virus, anche applicando per primi, nello svolgimento del proprio lavoro, tutte le prescrizioni richieste per non esporsi al contagio”.