Che la cronica carenza di medici in Abruzzo sia un grave problema dell’offerta sanitaria pubblica sembra essere chiaro a tutti, tranne alla maggioranza della Regione a trazione Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia.
Forse è per questo che nel bando per l’Assegnazione degli incarichi convenzionali di assistenza primaria sono stati esclusi i medici iscritti al corso di formazione specifica di medicina generale, nonostante la normativa vigente li inserisca tra gli aventi diritto. Ho scritto immediatamente all’Assessore Verì per capire le motivazioni di questa scelta che penalizza sia i professionisti sia il sistema sanitario pubblico” ad affermarlo è il Vicepresidente del Consiglio regionale Domenico Pettinari che spiega “Sono tante le segnalazioni che mi sono pervenute da parte di medici, iscritti al corso di formazione di medicina generale, che vogliono capire il perché della loro esclusione dalla possibilità di concorrere per il conferimento degli incarichi. Una domanda che ho girato direttamente all’assessore Verì dalla quale attendo una risposta in tempi brevi e un fattivo cambio di rotta per colmare questa anomalia tutta abruzzese.
La Regione – spiega Pettinari – come previsto dalla legge, ha pubblicato sul BURAT del 31/03/2021 la Determinazione 25.03.2021, n. DPF020/08 avente ad oggetto “Pubblicazione degli ambiti territoriali vacanti di assistenza primaria individuati dalle Aziende USL per l’anno 2021, ai sensi dell’art. 34 A.C.N. del 23 marzo 2005 e s.m.i.”. Dalla lettura della carte si evince, però, che risulterebbero palesemente esclusi dalla possibilità di partecipazione i laureati in medicina e chirurgia abilitati all’esercizio professionale, attualmente iscritti al corso di formazione in medicina generale. Eppure il Decreto-Legge interessato prevede che fino al 31 dicembre 2021, in relazione alla carenza dei medici di medicina generale, i laureati in medicina e chirurgia abilitati all’esercizio professionale, iscritti al corso di formazione specifica in medicina generale, possono partecipare all’assegnazione degli incarichi convenzionali.
La loro assegnazione è in ogni caso subordinata rispetto a quella dei medici in possesso del relativo diploma e agli altri medici aventi, a qualsiasi titolo, diritto all’inserimento nella graduatoria regionale, in forza di altra disposizione. Quindi ci troviamo davanti a una scelta che va contro ogni principio di buon senso ma anche, e soprattutto, contro le normative vigenti e allo stesso Accordo Collettivo Nazionale per la disciplina dei rapporti con i medici di Medicina Generale. Ora vogliamo capire perché l’Abruzzo ha preso questa strada a differenza, per esempio, di altre regioni come L’Emilia Romagna che hanno dato seguito a tutto quanto previsto dalla normativa.
La cronica carenza dei medici impegnati nelle attività afferenti alla medicina generale, aggravata dalla emergenza sanitaria da Covid-19, ci spinge a voler chiedere con una certa celerità le motivazioni per cui la Giunta Regionale ha deciso di non dare la possibilità a questa categoria di poter partecipare all’assegnazione degli incarichi, al fine di scongiurare gravi disservizi nelle diverse aree della medicina generale e garantire la continuità assistenziale primaria e territoriale e chiediamo di colmare questa mancanza apportando modifiche ed integrazioni agli atti già approvati” conclude Pettinari.