Sicurezza Gran Sasso: il commissario Gisonni risponde alle 5 domande dell’Osservatorio

In attesa di un confronto pubblico, il Commissario straordinario per la Sicurezza del Sistema idrico del Gran Sasso, Corrado Gisonni, intende fornire puntuali aggiornamenti e le necessarie risposte all’Osservatorio Indipendente sull’Acqua del Gran Sasso.

 

Venerdì 30 ottobre avrebbe dovuto svolgersi un incontro, da tempo programmato, nell’ambito di un costruttivo percorso già intrapreso, orientato al comune obiettivo di messa in sicurezza del sistema idrico del Gran Sasso. L’iniziativa era stata promossa dallo stesso Osservatorio già prima dell’audizione che Corrado Gisonni ha avuto davanti alla commissione Ambiente alla Camera per illustrare ad un organo di Governo nazionale lo stato di avanzamento delle attività commissariali e le relative criticità.

 

Gli effetti dilaganti della pandemia, però, hanno comportato l’annullamento dell’evento. Di seguito le risposte ai cinque quesiti sottoposti al Commissario, nei giorni scorsi, dai rappresentanti dell’Osservatorio Indipendente sull’Acqua del Gran Sasso.

 

Domanda 1: Veramente il Commissario crede che il problema della messa in sicurezza del Gran Sasso sia legata al rispetto di alcune normative ambientali che peraltro sono le stesse che valgono in tutta Europa? Veramente crede che i ritardi ventennali siano dovuti al rispetto di leggi ambientali che prevedono procedute di pochi mesi per essere rispettate?

L’applicazione delle norme in materia ambientale non è assolutamente derogabile e non è intenzione del sottoscritto violare principi normativi, peraltro di pertinenza comunitaria. Non va però dimenticato che il ‘sistema Gran Sasso’ è già in deroga ad alcune importanti norme ambientali, per effetto della sua genesi e del suo assetto che lo rendono un caso unico. La gente deve capire che abbiamo a che fare con un paziente trasportato da un’ambulanza che già molte volte ha attraversato incroci a sirene spiegate, senza rispettare il semaforo rosso, proprio per la situazione emergenziale. Senza entrare nel merito di ciò che è accaduto negli ultimi venti anni, oggi bisogna accelerare, bruciando le tappe ed applicando sempre e comunque le norme ambientali, la cui ‘virtuosa interpretazione’ è elemento di garanzia.

Domanda 2: Sulla proposta del Commissario di modifica del Protocollo del 2017… Quale sarebbe il senso di una simile modifica? Perché tornare indietro a quando ASL e ARTA non erano informate di quanto si faceva a contatto con l’acquifero ed erano quindi nell’impossibilità di svolgere accurati controlli rispetto all’acqua da mettere in distribuzione?

Il Commissario, in tale contesto, sta profondendo ogni sforzo per mantenere in vita e rendere ancor più efficace il Protocollo sottoscritto dai vari Enti e Concessionari nel settembre 2017, quello stesso protocollo che ha palesato evidenti limiti operativi, fino a farne temere il naufragio nelle scorse settimane. La formalizzazione della presenza del Commissario all’interno del Protocollo rappresenterebbe un elemento di garanzia per la rapidità di azione e la massima trasparenza dei flussi informativi. Pag. 2 di 2 Commissario Straordinario per la Sicurezza del Sistema Idrico del Gran Sasso ex art. 4-ter del decreto-legge 18 aprile 2019, n. 32 (D.P.C.M. del 5/11/2019).

Domanda 3: Come mai il Commissario sembra essersi schierato dalla parte di una SpA contro le legittime richieste di un ente dello Stato deputato al rispetto dell’ambiente?

La missione della struttura commissariale non può che essere improntata alla tutela delle risorse ambientali della regione Abruzzo il cui tessuto socio-economico si è sviluppato negli ultimi trenta anni attorno allo scheletro portante costituito dalle infrastrutture che oggi interessano il massiccio del Gran Sasso. Le ultime settimane hanno visto la struttura commissariale lavorare in sinergia con tutti gli attori coinvolti nelle attività di pulizia delle calotte delle gallerie, prescritte dal MIT, e dunque anche con la Società concessionaria al solo fine di vedere scongiurato il concreto rischio di chiusura del Traforo del Gran Sasso. Credo sia evidente che questo lavoro ha avuto un effetto positivo. Nessuna preferenza, dunque, per alcuna delle infrastrutture, tutte intimamente connesse e generate in un contesto che le rende oggi tutte imprescindibili per il benessere della intera popolazione abruzzese.

Domanda 4: La ricostruzione del Commissario dell’impossibilità di inquinamento della falda a causa della pressione dell’acquifero è poco pertinente … Attualmente, si sta procedendo con il completamento del quadro conoscitivo del ‘sistema idrico del Gran Sasso’ tra le mille difficoltà dettate dal contesto in cui si opera cui, come se non bastasse, si è aggiunta la emergenza sanitaria che non vuole essere un alibi, ma risulta talvolta un reale insormontabile vincolo operativo. A tale scopo, la struttura commissariale si avvale anche della collaborazione scientifica di ricercatori che, più di ogni altro, meglio conoscono l’intima struttura idrogeologica del Gran Sasso. Pertanto, il Commissario conferma la propria disponibilità al confronto purchè esso avvenga auspicabilmente in sede tecnico-scientifica, sulla base di dati e rilievi puntuali. Per contro, l’ingerenza di principi dogmatici o ideologie rischiano di trasformare l’emergenza ambientale del Gran Sasso in un terreno di scontro tra opposte opinioni, creando così un clima certamente non costruttivo ai fini della risoluzione del problema.

Domanda 5: Il Commissario è d’accordo con gli abruzzesi che l’acquifero del Gran Sasso deve continuare a fornire acqua a circa la metà della popolazione di questa regione? Quando il Commissario parla di “Condominio Gran Sasso, ha ben presente che i condòmini non sono tutti uguali e che non è l ‘acquifero a doversi adattare alle esigenze dei laboratori sotterranei dell’INFN e della Strada dei Parchi SpA, ma viceversa?

 

Purtroppo, si continua a fare confusione tra “acquifero” e “sistema idrico” del Gran Sasso. L’acquifero del Gran Sasso è una componente naturale dell’ambiente che oggi, grazie alla presenza di due gestori acquedottistici ed alle infrastrutture loro affidate, ha consentito di far dimenticare la terribile carenza idrica che fino a trent’anni fa affliggeva buona parte della regione, ed in particolare la costa teramana. Quindi, va chiarito che per condominio bisogna intendere il sistema generato dalla convivenza tra Traforo autostradale, Laboratori sotterranei, acquedotti aquilano e teramano, elencati senza alcuna priorità, se non quella cronologica. Il Commissario sostiene con forza che non possono esistere “condomini privilegiati”, ma esistono infrastrutture, tutte strategiche per la popolazione abruzzese.

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