“E’ una lacuna gravissima, perché si opera senza la documentazione regionale di supporto, come invece la normativa richiede e senza che chi deve controllare lo faccia, per accertare una situazione che rischia di ripercuotersi sui cittadini e sugli degli operatori, se sfuggirà di mano – avverte l’ex assessore alla Sanità – Stiamo parliamo di una partita di circa 250 milioni di euro: 131 con le case di cura, 118 per prestazioni assicurate sul territorio, come esami ed analisi, che al momento sono movimentati fuori da una cornice autorizzativa.
Non solo non sono stati sottoscritti tutti i contratti dell’anno 2019, ma non ci sono neanche le comunicazioni provvisorie per il 2020, come sempre avvenuto nel passato. Gli operatori privati, quindi, stanno lavorando senza alcuna comunicazione ufficiale da parte della Regione Abruzzo, ormai preda dell’inedia e dell’incapacità di affrontare qualunque nodo. Opache le risposte pervenutemi a una richiesta puntuale di informazioni. Così le ASL di Chieti e L’Aquila, per cui risultano concluse, e non è vero, le procedure di sottoscrizione dei contratti negoziali relativi all’annualità 2019 in materia di prestazioni erogate dalle strutture private accreditate, mentre per la ASL di Pescara risultano concluse le procedure per le sole strutture riabilitative ex art. 26 L. 833/78, Residenze Sanitarie Assistenziali, Residente protette e Strutture Psicoriabilitative.
Resto in attesa di conoscere la situazione della ASL di Teramo e di avere un quadro sulla situazione generale, richiesto già dai primi di dicembre 2019 oltre che alle Asl, al Dipartimento della Sanità della Regione Abruzzo che non ha ancora risposto. E’ possibile tutto questo? Chi deve accertare se la situazione è a norma lo faccia al più presto. E si tenga conto dei pesanti rilievi dei Ministeri sulla fragilissima governance della Regione. La corrispondenza che mi sono ritrovato davanti tra Regione e Asl non fa che confermare un modo di agire senza visione, strategia, trasparenza, senza indirizzi chiari e che, se dovesse proseguire, potrebbe spingermi a ricorrere a tutti gli organi di garanzia, al fine di evitare la pericolosa mancanza di regole a cui si andrebbe a sfociare, rispetto al tetto di spesa e prestazioni convenzionate che la Regione acquista per affiancare le strutture pubbliche nelle cure degli abruzzesi. Appare del tutto superfluo evidenziare l’importanza di ultimare la definizione delle negoziazioni. La Regione ora che non è più commissariata, ha il compito di programmare: questa destra al governo non lo fa e non ha nessuna scusante. Oltre all’enorme salto indietro fatto fare all’Abruzzo, potremmo assistere a un vero salto nel baratro per la sanità a causa di inerzia, mancanza di trasparenza e la totale assenza di azioni positive sul settore, nel mentre non c’è un solo atto di programmazione data l’estrema genericità di tutti i documenti presentati finora ”.