E’ quanto afferma il Consigliere regionale Gianni Chiodi che spiega: “In questa indagine, e in particolare nella sezione relativa allo “Stato di sottoscrizione dei contratti e dei tetti di spesa”, la Corte dei Conti rileva, così come lo aveva rilevato in precedenza già il Tavolo di Monitoraggio ministeriale, l’inadempienza della Regione in merito al controllo dei tetti di spesa e alle misure da adottare nei confronti degli erogatori privati che avevano superato i tetti di spesa previsti”.
“Al di là dello sconcerto per la situazione odierna della Sanità abruzzese e per la sua gestione – prosegue Chiodi – mi ha profondamente colpito che la Corte abbia suggerito alla Regione di applicare la procedura della sospensione dell’ accreditamento, così come prevede la norma, quando vi sia il mancato rispetto dei tetti da parte dei privati così come è accaduto per tutto il 2017!”.
Mi ha colpito in modo particolare perché proprio per aver detto questo, come conseguenza dell’eventuale mancata firma dei contratti 2010 da parte delle cliniche private, la Procura di Pescara, facendo seguito alle denunce delle stesse Cliniche che ancora oggi continuano a sforare i budget previsti, mi ha messo sotto processo per violenza privata.
Faccio davvero un enorme fatica ad accettare il fatto che per aver messo in pratica quanto disposto dalla norma, comportamento oggi avvalorato dalla Corte dei Conti, con l’obiettivo di tutelare i conti e la sanità pubblica, io sia costretto a difendermi da un’accusa che trovo vergognosa e basata esclusivamente su dichiarazioni di quella che si è definita parte offesa”.
“A leggere oggi la relazione della Corte dei Conti – conclude Chiodi – sembra proprio che la parte offesa sia io e che il perdurare delle inadempienze da parte del Governo Regione a carico delle strutture che superano i tetti di spesa sia il comportamento contro legge che deve essere perseguito”.