Le conseguenze drammatiche della pandemia causata dal Covid 19 impongono risposte certe ed immediate per la tutela della salute dei cittadini e per la ripresa, seppur graduale, della produzione e delle attività commerciali.
L’avvio della cosiddetta Fase 2 e la qualità dei risultati delle azioni che si introdurranno per essere efficaci in entrambi gli ambiti è direttamente proporzionale alla capacità di affrontare le criticità in maniera solidale ed interferente, laddove per interferenza si intende la maturità di tutti i portatori di interesse ad avere una prospettiva comune ed una propedeuticità reciproca.
Per i Sindacati dei Trasporti Filt Cgil, Fit Cisl, Uilt Uil e Faisa Cisal “La tenuta del tessuto industriale e produttivo regionale, nonché la ripresa di una socialità ad oggi necessariamente negata, dipendono soprattutto dalla capacità del Trasporto Pubblico Locale di adeguarsi alle inevitabili mutate esigenze, mettendosi al servizio e non in antitesi con le stesse”.
Unico elemento non barattabile è la tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori, siano essi i fruitori o i facitori del servizio di trasporto.
Troppe infatti le realtà trasportistiche nelle quali non vi sono Protocolli aziendali condivisi per ridurre al minimo il rischio di contagio.
“L’inserimento all’interno del DPCM (Allegato 8), che norma la cosiddetta Fase 2, del “Protocollo Condiviso di Regolamentazione per il Contenimento della Diffusione da Covid 19 nei settori dei Trasporti e della Logistica” del 20 Marzo, sottoscritto dal Ministero e tutte le parti sociali del settore – proseguono i Sindacati – evidenzia come il ruolo dei Comitati aziendali diventi fondamentale per la ripresa, stante anche il riconoscimento del Protocollo del 20 marzo quale strumento con una maggiore forza di norma, sia in termini prescrittivi che sanzionatori. In questo ambito si è finalmente chiarita la non responsabilità dei lavoratori verso il rispetto delle norme di sicurezza da parte dei viaggiatori, e questo aspetto acuisce ancor di più l’urgenza di chiarezza e di iniziativa”.
La Fase 2 è già realtà ed anche la riapertura delle scuole, prevista per settembre, non è poi così lontana.
Siamo di fronte ad una scommessa, che è anche sfida.
E per riuscire a vincerla Filt Cgil, Fit Cisl, Uilt Uil e Faisa Cisal Abruzzo ritengono imprescindibili alcuni punti:
- la Regione Abruzzo riprenda il ruolo di Ente programmatore e faccia da mediatore per il contemperamento delle diverse peculiarità. Non è infatti accettabile che tale responsabilità venga demandata nei fatti alla Società regionale di trasporto TUA, peraltro dimostratasi ampiamente non all’altezza;
- vengano autorizzati al trasporto pubblico delle persone solo quelle Aziende che abbiano sottoscritto con le parti sociali i Protocolli per la tutela della salute dei propri dipendenti;
- si attivi un confronto permanente tra Regione, Imprese e Sindacati di settore basato sulla condivisione di obiettivi e priorità, evitando che il formalismo evanescente si sostituisca al confronto critico ma costruttivo;
- si riprenda la necessaria visione di sistema del TPL, andando a realizzare pienamente quell’integrazione ferro-gomma quanto mai necessaria nella prospettiva di un trasporto non più caratterizzato dai parametri orari di “punta” e di “morbida”.
“Apprezziamo l’obbligatorietà dell’uso delle mascherine a bordo dei mezzi (inizialmente non prevista), fermo restando l’obbligo del distanziamento sociale definito dalle norme più generali, nonché la non responsabilità dei lavoratori verso il rispetto delle norme di sicurezza da parte dei viaggiatori ma per quanto ci riguarda rimaniamo convinti che questa prima fase, che va dal 4 Maggio sino a Settembre, caratterizzata dalla assenza degli spostamenti per scuola e turismo e da una riduzione degli spostamenti “familiari”, dovrà essere caratterizzata dalla implementazione di tutti i sistemi in grado di affrontare la fase successiva”.
È questo il tempo delle responsabilità, ed il Sindacato è pronto ad assumersene l’onere.
Non c’è tempo da perdere perché ne è già trascorso troppo invano.
Ulteriori ritardi segnerebbero drammaticamente in negativo il futuro dell’Abruzzo.