Alla vigilia del nuovo anno scolastico in Abruzzo (lezioni al via il 12 settembre), l’assessore regionale alla pubblica istruzione, Pietro Quaresimale, rivolge un augurio all’intera popolazione scolastica.
Lo fa con una lettera aperta nella quale traccia un bilancio degli ultimi due anni e del percorso, importante, disegnato per la ripresa delle lezioni.
La lettera
L’inizio dell’anno scolastico mi dà l’occasione per rivolgere agli studenti i migliori auspici per un anno carico di soddisfazioni che permetta loro di raggiungere importanti traguardi in ambito scolastico. L’anno scolastico che parte lunedì appare nelle premesse un anno diverso dagli ultimi due. L’uscita definitiva dalla pandemia è ancora un fatto che si deve concretizzare, ma la strada che in questi ultimi due anni abbiamo costruito con fatica ci permette di essere positivi per questo nuovo anno scolastico.
Con la necessaria cautela, possiamo dire che lo strumento della didattica a distanza da passaggio ordinario è diventata solo la soluzione estrema ad una situazione di oggettiva emergenza; l’eliminazione della mascherina e del distanziamento sociale nei casi ordinari non fa altro che far tornare la scuola alla sua funzione primaria di grande aggregatore sociale.
Queste nuova situazione ci induce ad essere ottimisti per lo svolgimento di un anno scolastico regolare ma soprattutto in grado di fornire tutti gli strumenti di conoscenza e apprendimento alle nuove generazioni. La scuola italiana è una ricchezza che non possiamo trascurare e ogni governo, locale e nazionale, ha l’obbligo di considerare ogni esigenza legata al miglioramento della scuola e della sua offerta formativa. Negli ultimi anni, a causa soprattutto della pandemia, abbiamo rischiato di marginalizzare il valore sociale, educativo e culturale della nostra scuola per venire incontro alle
questioni sollevate dall’emergenza sanitaria. Ora è quanto necessario invertire la tendenza e avviare una convinta azione di rivalutazione della scuola.
È un’azione che non può essere relegata ad iniziativa singola o di uomini e donne di buona volontà: deve essere, invece, un’azione corale di famiglie, studenti e docenti, proprio perché la scuola è un patrimonio di tutta la collettività. Tutti noi abbiamo il dovere di “sentire nostra” la scuola e di profondere tutte le forze necessarie per un rilancio definitivo.
L’impegno che chiedo a voi studenti è questo.
Un atto di responsabilità collettiva che parte dalle nuove generazioni e che lentamente investe e chiama in causa le altre. La scuola, sono convinto, sarà in grado di interpretare, leggere e guidare questo complesso processo. Così come ha fatto in tutti questi anni, quando è riuscita ad interpretare tutti i cambiamenti della società. Il lavoro instancabile del personale docente e non docente, di quello ausiliario e amministrativo e del personale dirigente ha fatto il resto conferendo alla scuola italiana quel primato tra le eccellenze del Paese.