Parte ufficialmente domani una maxi azione legale di Strada dei Parchi, ormai ex concessionaria delle autostrade laziali ed abruzzesi A24 e A25, in risposta alla revoca in danno, cioè per inadempienze contrattuali, della concessione decisa dal Consiglio dei ministri nella riunione di giovedì scorso.
La Spa del gruppo industriale abruzzese Toto, presenterà il ricorso davanti al TAR del Lazio per impugnare il decreto legge, il cui iter di conversione in legge inizierà la prossima settimana al Senato, con cui si è stabilita la fine anticipata della concessione, in scadenza nel 2030, affidata nel 2000 dopo che il Gruppo privato aveva vinto una gara europea.
Nel ricorso al Tar, secondo quanto si è appreso, i legali di Sdp eccepiranno diversi profili di incostituzionalità, tra cui il fatto che non si può annullare un contratto con un decreto legge che modifica le norme in materia esistenti al momento della gara e poi per il fatto che si tratta di una norma “provvedimento” cioè scritta “ad azienda”, violando il principio di generalità che una Legge deve avere.
Gestione sotto l’Anas. La gestione delle autostrade laziali ed abruzzesi A24 e A25 dopo la revoca anticipata in danno della concessione in scadenza nel 2030 con un decreto legge del Cdm, è tornata dalla mezzanotte di giovedì nelle mani dello Stato.
Il passaggio si annuncia complesso e laborioso, nonostante sia normato nel dettaglio: in questa primissima fase, si sta effettuando il cambio di casacca da Strada dei Parchi, del gruppo Toto, ormai ex concessionaria, ad Anas, dei circa 400 dipendenti con esclusione dei dirigenti.
Dirigenti di Sdp che, tuttavia, in queste ore molto delicate sono a disposizione per supportare i colleghi di Anas che non sono ancora padroni della macchina e, soprattutto, secondo quanto si è appreso, non sarebbero ancora in possesso dei requisiti formali per i vari incarichi apicali.
L’avvicendamento sta avvenendo in un clima di collaborazione: in questo senso, parrebbe evidente che Sdp è intenzionata a tutelare i propri diritti e la propri immagine in ogni sede ma ha deposto ogni intenzione di tornare in sella o di fare barricate: la partita si gioca sull’indennizzo di 2,5 miliardi di eluirò richiesti per la cessazione anticipata della concessione in scadenza del 2030.
Quindi al timone delle due importanti arterie torna, 22 anni dopo, proprio la società pubblica che aveva dovuto desistere dall’incarico: nel 2000 Anas era uscita di scena in particolare, per l’avvio di una procedura di infrazione in sede europea per aiuti di Stato e per le difficoltà di equilibrio dei propri bilanci, in sostanza una situazione in cui ci sarebbe stato il rischio di collasso economico finanziario.
Per questo lo Stato, nel 2000, aveva deciso di mettere le A24 e A25 sul mercato tramite gara europea. Anas sarà in sella fino al 31 dicembre 2023 poi dovrà trasferire la gestione di A24 e A25 alla newco della stessa Anas prevista dalla Legge di Stabilità 2022, ma mai attivata.