Chieti. I consiglieri regionali del Pd membri della II Commissione consiliare, si dicono contrari all’approvazione della legge di riordino delle Ater proposta dalla maggioranza e che prevede che le Ater in deficit strutturale possano destinare i proventi delle vendite delle case popolari al risanamento finanziario del bilancio.
“Questa legge è innanzitutto incostituzionale – spiegano Ruffini, D’Amico e Di Pangrazio – siamo politicamente contrari all’idea che si debba svendere il patrimonio edilizio per ripianare i debiti fatti dai nominati del Presidente Chiodi”.
Secondo i consiglieri del Pd sarebbe il principio del disegno di legge ad essere sbagliato e nulla ha a che fare con le possibilità previste dal Decreto legislativo sull’emergenza abitativa che il Governo ha in corso di pubblicazione. Tale Decreto infatti prevederebbe la possibilità di vendere gli alloggi mediante il riscatto solo da parte degli inquilini e non prevede nessuna possibilità di destinare i proventi delle vendite per pagare i debiti. Al contrario, secondo il Governo, i proventi dovrebbero servire alla ricostituzione del patrimonio residenziale pubblico.
“La verità – insistono D’Amico, Ruffini e Di Pangrazio – è che Chiodi vuole coprire gli enormi buchi prodotti dai suoi rappresentanti. In 5 anni il centro destra ha nominato commissari e amministratori unici nelle Ater ma nessuno di questi si è accorto dei debiti crescenti? E la Giunta regionale che riceve ed approva i bilanci ed i consuntivi di tutte le Ater cosa ha verificato?”
Nel corso dell’odierna audizione della II Commissione, l’amministratore unico dell’Ater di Chieti, Gabini, ha chiarito che i costi del personale nell’Ater di Chieti sono passati dai 900 mila euro del 2004 ai 2,6 milioni di euro del 2012.
A specifica domanda del Pd sui compensi al direttore e dirigenti, la dottoressa Gabini ha risposto con dati che avrebbero del clamoroso.
Dalla lettura dei modelli 770 dell’Ater di Chieti si evince che: “Il direttore nel 2012 ha percepito uno stipendio lordo annuo di 324 mila euro oltre a 52 mila euro di arretrati. Dei tre dirigenti nel 2012 hanno rispettivamente percepito: due dirigenti 180 mila euro l’anno e un dirigente 128 mila euro l’anno”.
“Queste cifre dimostrano il fallimento di Chiodi e della sua azione di risanamento, basti pensare che il direttore dell’Ater di Milano che gestisce circa 80 mila alloggi percepisce uno stipendio di 190 mila euro lordi annui, mentre a Chieti il suo omologo ne percepisce 324 mila euro lordi annui dovendo però gestire solo 2.600 alloggi. Vogliamo capire chi ha creato questo enorme buco nell’Ater di Chieti e soprattutto di chi è la responsabilità per i mancati controlli – concludono Di Pangrazio, D’Amico e Ruffini – se la legge verrà approvata chiederemo che ad accertare le mancate responsabilità sia la Corte dei Conti. Siamo certi che gli errori del Presidente Chiodi non li possono più pagare né gli inquilini né i dipendenti. Per gli stipendi di quest’ultimi vanno trovate altre soluzioni in quanto non responsabili della pessima gestione”.