Una famiglia abruzzese spenderà, in media, per il 2018, per la tassa rifiuti 320 euro all’anno, rispetto ai 302 di media nazionale.
Lo ha calcolato l’osservatorio Prezzi e Tariffe di Cittadinanzattiva, rilevando differenze territoriali molto marcate sulla tematica.
L’Osservatorio di Cittadinanzattiva, per l’undicesimo anno consecutivo ha realizzato un’indagine sui costi sostenuti dai cittadini per lo smaltimento dei rifiuti in tutti i capoluoghi di provincia, prendendo come riferimento nel 2018 una famiglia tipo composta da 3 persone ed una casa di proprietà di 100 metri quadri.
Tra le regioni più economica e quella più costosa si registra uno scarto di oltre il 120% e fra la provincia meno cara e quella più cara addirittura di oltre il 270%. Analizzando le tariffe a livello regionale, si evidenzia un aumento in ben 10 regioni, con la Basilicata che registra l’incremento più elevato (+13,5% nella sola città di Matera) e una diminuzione in 6 regioni, in particolare in Molise (-4,9%) e in Trentino Alto Adige (-4,5%). A livello di aree geografiche, i rifiuti costano meno al Nord (in media 256 euro), segue il Centro (301 euro), infine il Sud (357 euro).
Il Trentino Alto Adige si conferma la regione piu’ economica, con una tassa rifiuti media di 188 euro, la Campania la più costosa con 422 euro annuali. Confrontando i singoli capoluoghi di provincia, Belluno, seppur con un piccolo incremento, si conferma la città più economica (153 euro all’anno), mentre a Trapani, che registra un aumento del 49% rispetto all’anno passato, spetta il primato di più costosa (571 euro). In Abruzzo, invece, si passa dai 373 euro de L’Aquila ai 273 di Pescara, mentre a Teramo si registra un incremento del 19,4% rispetto al 2017. Per quanto riguarda la raccolta differenziata, si va dal 63,4% di Teramo al 34,8% de L’Aquila.