“Il lavoro è il fulcro sul quale si muove tutta la nostra politica”. Lo ha detto l’assessore regionale alle Politiche del Lavoro, Pietro Quaresimale, in occasione della Festa dei Lavoratori del Primo maggio.
“Senza lavoro nessuna società può programmare uno sviluppo perché il lavoratore è il centro di una società avanzata. In questa giornata – ha proseguito Quaresimale – è fondamentale riflettere su tutti i problemi urgenti e indifferibili che sta vivendo il mondo del lavoro. La realtà dei numeri ci dice ancora una volta, in questo particolare momento storico, che tutto il settore sta vivendo una crisi pesante che si riflette su famiglie e lavoratori. E proprio per questo la Festa dei Lavoratori deve essere l’occasione per valutare le prospettive future.
La politica in questo senso sta approntando misure che hanno l’obiettivo di ridurre il gap occupazionale che emergenza sanitaria, prima, e guerra in Ucraina, ora, hanno generato. Mi riferisco, in particolare, al nuovo programma di occupabilità GOL (Garanzia Occupabilità Lavoratori) che Regioni e Governo hanno programmato e si apprestano a metterlo in pratica. L’occasione dei fondi europei del Pnrr non poteva del resto ignorare un settore che è vitale per il benessere di una società avanzata. Nei prossimi anni il nostro impegno sarà questo: aprire un confronto con tutti i lavoratori e con i disoccupati abruzzesi alla ricerca di strade che facilitano la permanenza e l’inserimento di uomini e donne nel mondo del lavoro.
Dalla formazione all’inserimento lavorativo il percorso che vogliamo intraprendere richiede la collaborazione di tutti: imprese, enti, sindacati e, naturalmente, i lavoratori. Non nascondo il dato che si tratta di un viaggio difficile che la politica ha il dovere morale di intraprendere senza tentennamenti, chiamando ad un’assunzione di responsabilità tutti gli attori. Ma nella giornata dedicata ai Lavoratori non si può collocare su un piano secondario il dramma dei morti e degli infortuni sul lavoro, dell’inadeguatezza dei salari e dell’occupazione precaria, elementi di un quadro a tinte fosche che, tutti insieme, abbiamo il dovere di cambiare per fa sì che una società come la nostra possa dirsi evoluta”.