Verifiche effettuati in allevamenti delle province di Teramo e Pescara. Gli accertamenti dei Carabinieri hanno permesso di scoprire che i quattro a vario titolo avevano concorso nel richiedere e praticare su tre cani dogo argentino gli interventi chirurgici di conchectomia, per l’amputazione delle orecchie a scopo puramente estetico e con fine di lucro da ricavare dalla loro vendita.
Il veterinario e uno degli allevatori, per garantire l’impunità a tutti, avevano poi proceduto a falsificare i certificati veterinari per attestare un’inesistente esigenza terapeutica del taglio delle orecchie sui poveri cani. I certificati, infatti, risultavano intestati ad una presunta clinica veterinaria di Zagabria, con timbro falso e falsa sottoscrizione di un veterinario croato.
I controlli dei Carabinieri hanno, inoltre, accertato che l’ambulatorio veterinario di Padova dove presumibilmente i cani sono stati sottoposti agli illeciti interventi chirurgici aveva l’autorizzazione sanitaria scaduta.
I NAS rammentano che, in base alla Convenzione del Consiglio d’Europa per la protezione degli animali da compagnia, ratificata dall’Italia con la Legge 4 novembre 2010, n. 201, sono vietati gli interventi chirurgici destinati a modificare l’aspetto di un animale da compagnia o finalizzati ad altri scopi non curativi. In particolare sono contrari alla legge e possono costituire reato: il taglio della coda e delle orecchie, la recisione delle corde vocali e l’asportazione di unghie e denti.
Uniche eccezioni riguardano interventi volti a impedire la riproduzione o quelli che un veterinario giudicherà necessari per ragioni di medicina veterinaria o nell’interesse di un determinato animale.