Nuovo piano cave in Abruzzo. Febbo: troppe contraddizioni. Gli ambientalisti che dicono?

” Il sottosegretario Mazzoca tira fuori dal cilindro un documento pieno di contraddizioni e violazioni di norme. Il Piano Regionale delle Attività Estrattive (PRAE) contenente il Rapporto Ambientale e la Valutazione di Incidenza Ambientale, appena approvata da questa giunta regionale in prorogazio, arriva con un notevole ritardo e mostra non poche criticità, molte lacune e palesi contraddizioni”.

 

Ad affermarlo è il consigliere regionale di Forza Italia Mauro Febbo che solleva diversi dubbi: “Leggendo il documento si apprende come gli elaborati tecnici del nuovo Piano Cave si riferiscono al 2015. Perché vengono approvate soltanto ora che il Consiglio Regionale è delegittimato e può fare solo ordinario? Non c’era volontà politica prima? Non voleva D’Alfonso?

Essendo basato su elaborati vecchi, ne deriva un piano non corrispondente alla realtà visto e non vengono riportati gli aggiornamenti avvenuti nel frattempo e a tutte le concessioni che nel frattempo sono state autorizzate? Vistose incongruità sono riscontrabili nel disciplinare composto da altri allegati rispetto a quelli richiamati nella stessa delibera (n.683 del 6 settembre) di approvazione. Inoltre il disciplinare, che è il cuore, non è firmato da nessun tecnico e non si evince da chi è stato redatto.

Perchè? Più che un piano è una ricognizione dei vincoli, ma il piano è vuoto. Inoltre – rileva ancora Febbo – ritengo grave come si sia inserito una norma (art. 14 e 17) che permetta di scavare e arrivare sotto falda acquifera, non più autorizzato almeno da 1990 ad oggi. Noi non avremmo mai permesso una cosa del genere. In questo modo adesso è possibile arrivare fino in mare e fare danni irreparabili. Poi vengono autorizzati ampliamenti delle cave esistenti anche con piani di pericolo, anche nei SIC, Parchi e ZTS.

Prima si poteva ampliare ma con motivazione ambientale mentre oggi senza requisito della motivazione ambientale. Norma illegittima perché sono argomenti di valenza nazionale e saranno impugnati. Altro norma incomprensibile: viene permesso di riaprire le cave abbandonate.

Negli anni 70 si autorizzavano le cave di prestito da cui attingere per realizzare grandi opere. Poi sono state abbandonate e rinaturalizzate. In contrasto con le norme oggi vengono riaperte senza una ricognizione censimento, senza sapere quante siano e dove siano. Spesso erano situate lungo i fiumi o in zone oggi riserve o addirittura Parchi.

Questo è assurdo: ci sono le cave autorizzate in un’altra “epoca geologica”, anni sessanta, settanta, quando le concessioni per attività estrattive venivano rilasciate indicando solo le particelle catastali senza progetto dimensioni ecc…. ; inoltre c’erano le cave di prestito per la realizzazione della grandi arterie come la A14 oppure quelle rilasciate dentro gli alvei fluviali.

Adesso tutte queste cave abbandonate con questo piano non vengono censite e quindi non si ha contezza della dimensione del problema. Pertanto è del tutto evidente che siamo di fronte all’ennesimo atto illegittimo, partorito più dalla fretta che dal buon senso che contrasta in maniera evidente con le norme del Ministero e della Commissione EU e verrà sicuramente impugnato. Inoltre il piano arriva con un notevole ritardo accumulato ed oggi questa amministrazione non è più nelle condizioni di approvarlo visto che il consiglio si è sciolto e può operare solo sulle urgenze e sull’ordinario.

Dopo la legge vuota sul consumo del suolo – conclude Febbo – l’assessore Mazzacca partorisce un altra completamente contra legem non corrispondente alla realtà e, sopratutto, in contrasto con le norme vigenti. Mi fa meraviglia come tutto questo venga sostenuto e sbandierato dal PD e dal LEU ai quattro venti con portabandiera il paladino abruzzese (Arch. Mazzocca) contro il consumo di suolo è il massimo della incoerenza e la prova provata come la sinistra in italia ed in Abruzzo sia ormai BIPOLARE. Sarebbe curioso a riguardo conoscere il parere delle associazioni ambientaliste”.

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