L’avvio degli esami di Maturità per 11 mila studenti abruzzesi mi dà l’opportunità di rendere pubblici i sentimenti di vicinanza e augurio verso questi nostri giovani chiamati ad affrontare una prova importante e impegnativa.
Lo faccio soprattutto come uomo delle istituzioni che vogliono essere vicine ad una generazione di maturandi ai quali la storia e gli avvenimenti recenti hanno dato una collocazione diversa da quella dei loro predecessori. La diversità e la specificità sono, come sappiamo, il frutto di un anno “vissuto pericolosamente”, segnato da una pandemia che ha condizionato la vita di tutti noi. Questa situazione nuova, e a tratti tragica, naturalmente non ha risparmiato i nostri giovani studenti, destinatari involontari di una trasformazione sociale e culturale che ha imposto un modo tutto nuovo di concepire la vita e i rapporti quotidiani. Ma proprio la prova della Maturità che vi apprestate ad affrontare può assumere il segno evidente di una rinascita.
E, in fondo, non è un caso che questa rinascita abbia in sé i segni di una crescita culturale e professionale che l’esame di Stato riesce a darvi. In questo senso, senza per questo caricarvi di responsabilità, voi rappresentate i protagonisti volontari di una trasformazione, di un modo nuovo e diverso di affrontare le difficoltà, di una volontà incontrastata di andare avanti. La vostra prova di maturità è il naturale approdo di cinque anni di scuola, senza per questo dimenticare quello che le maestre e i maestri delle elementari e i professori e le professoresse delle medie hanno fatto per voi e con voi.
Ed è forse per questo che l’esperienza che vi apprestate ad affrontare ha un qualcosa di speciale che vi terrete dentro per tutta la vita. Dopo la Maturità le strade di tutti voi si divideranno, e non per questo si disperderanno, ma il rito dell’esame di Stato è un passaggio che vi permette di entrare nel mondo degli adulti. Altri esami dovrete sostenere, che sono gli esami della vita, della convivenza sociale, del lavoro. Ma questo è l’esame, è la prova di maturità, perché dopo questa esperienza vi sentirete tutti un po’ più grandi con in testa l’idea della vostra vita.
Quello che voglio augurarvi è che la prova di Maturità non sia un punto di arrivo, ma solo l’occasione per ripartire con la consapevolezza di essere grandi, di vestire ancora una volta i panni da protagonista di una sfida ancora più impegnativa. Qualcuno ha detto che gli esami non finiscono mai ed è così. Ma questo è il primo esame e deve essere un po’ speciale: una “prova” necessaria per presentarsi con fiducia e consapevolezza a quel futuro che vi aspetta ed ha bisogno di voi”.
Pietro Quaresimale