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Legge urbanistica, ordini professionali: norme non condivise

“Non sono state approvate anche dagli ordini professionali, come annunciato dall’assessore all’urbanistica della Regione Abruzzo, Nicola Campitelli.

 

Noi non abbiamo mai dato alcuna approvazione e, anzi, siamo stati critici al riguardo già con una nota di agosto”. L’ordine degli Architetti pianificatori paesaggisti e conservatori della provincia di Pescara ha appreso – come da notizia diffusa nei giorni scorsi dagli organi di informazione locali – che in occasione della conferenza stampa indetta per l’approvazione delle modifiche alle leggi regionali 18/83 e 11/99, i suoi contenuti sarebbero stati approvati anche dagli ordini professionali; ad affermarlo sarebbe stato l’assessore all’urbanistica della Regione Abruzzo, Nicola Campitelli.

“Tale notizia risulta del tutto infondata in quanto questo ordine non ha mai dichiarato in maniera formale o informale una qualsiasi sorta di condivisione e, tanto meno, approvazione di una legge che si fa scudo della situazione di emergenza Covid-19 per introdurre norme di deregolamentazione delle funzioni di controllo dell’ente pubblico sulla pianificazione e trasformazione del territorio” commentano dall’ordine degli Architetti di Pescara.

 

E’ il caso del declassamento del ruolo delle province nelle procedure di approvazione dei piani regolatori e dei piani attuativi, dell’eccessiva velocizzazione e semplificazione delle procedure per le valutazioni strategiche ambientali e dell’estrema liberalizzazione delle destinazioni d’uso, anche se per ora concessa a tempo determinato, in deroga a qualsiasi piano e regolamento comunale” aggiungono.

Già da tempo e in più occasioni gli ordini provinciali hanno lamentato l’assenza di reali processi partecipativi e di condivisione delle azioni regionali sul governo del territorio e la semplice convocazione delle parti sociali e professionali per illustrare norme già definite nei loro contenuti, non può essere in alcun modo confuso con un efficace processo partecipativo.

“La Regione Abruzzo, pertanto, si assuma la piena responsabilità delle proprie decisioni senza farsi forza del sostegno degli ordini professionali in quanto questo risulterà del tutto assente fino a quando tutte le parti sociali non saranno considerate dei reali interlocutori sui temi del governo del territorio” concludo dall’ordine.