I dati parlano chiaro: le terapie intensive per i bambini, in Italia, sono pochissime e nessuna di queste si trova in Abruzzo.
Eppure i numeri sono importanti con due milioni di persone affette da malattie rare, di cui uno su cinque è un bambino.
“Abbiamo ottenuto un primo, importante, risultato con l’attivazione del reparto di terapia sub intensiva pediatrica, all’interno dell’Unità operativa complessa di Pediatria medica nella Asl di Pescara”, dice Sciarretta, “il reparto, istituto dalla Regione Abruzzo nell’agosto 2015 è il primo del genere nel territorio regionale”.
Dotato di due posti letto, è riservato a piccoli pazienti con patologie neuromuscolari a carattere degenerativo e grave insufficienza respiratoria, a pazienti dimessi dalla terapia intensiva, lattanti con grave insufficienza respiratoria, bambini con patologie respiratorie croniche, stato di male epilettico, grave stato settico, scompenso in patologie metaboliche, intossicazione anche accidentale da farmaci o sostanze chimiche tossiche.
“A completamento del percorso“, evidenzia Sciarretta, “occorre dotate l’Abruzzo di un reparto di terapia intensiva pediatrica. L’assessore regionale alla Salute, Nicoletta Verì, condivide il progetto e ha dato mandato al direttore generale della Asl di Pescara, Vincenzo Ciamponi, di porre in essere tutti gli atti formali dovuti, per l’istituzione di 4 posti letto di terapia intensiva pediatrica, con definizione puntuale del personale medico e infermieristico dedicato”.
I posti letto, ricorda Sciarretta, “sono già stati finanziati. La Asl di Pescara, inoltre, si farà carico del percorso di formazione continua per l’acquisizione delle specifiche competenze che tale area assistenziale richiede. Già da tempo”, aggiunge Sciarretta, “è stato formalizzato, con l’ospedale pediatrico “Bambino Gesù” di Roma, in particolare con il direttore sanitario, Massimiliano Raponi, un progetto di collaborazione formativa. Tutto questo per definire il percorso assistenziale pediatrico per livelli di complessità”.
“Le terapie intensive pediatriche in Italia sono poche, 23 in tutto”, sottolinea Rinaldo Zanini, della Società italiana di pediatria, “mediamente di piccole dimensioni e distribuite in modo non omogeneo sul territorio nazionale. Nel nostro Paese non esiste una modalità certa e riconosciuta per identificare i reparti di terapia intensiva pediatrica perché manca il codice identificativo della disciplina: una carenza che rende molto difficile valutare con esattezza il numero di letti e i reparti”.
In Italia i letti di terapia intensiva pediatrica sono circa 202 con una media di 3 posti letto per 1 milione di abitanti, ben al di sotto della media europea pari a 8. E, come evidenzia la Società Italiana di Pediatria, “questa differenza diventa ancora più forte se valutiamo ciascuna regione: qui si va dai 2 letti ogni milione di abitanti della Puglia ai 10,6 della Liguria, passando per quelle regioni che non hanno alcun posto letto di terapia intensiva, come l’Abruzzo». Per gli esperti, infine, «offrire ai pazienti pediatrici di essere assistiti in unità di terapia intensiva dedicate significa migliorare la prognosi rispetto ai bambini che vengono ricoverati in terapie intensive per adulti”.