Abruzzo. “Il nuovo Piano sociale regionale 2021-2023 rappresenta un documento di programmazione che non consentirà di migliorare i servizi sociali della nostra
regione perché non integrato con gli altri atti di programmazione socio sanitaria che ad oggi sono inesistenti.
E’ una bozza incompleta che inciderà poco sulle politiche socio
sanitarie“. La denuncia arriva dai sindacati abruzzesi Cgil, Cisl e Uil che per esprimere dubbi e perplessità sul documento approdato in Consiglio regionale, hanno inviato una lettera a tutti i capigruppo nell’assemblea regionale. In particolare contestano l’assenza di programmazione e di confronto e condivisione “con la percezione che si stia lavorando per
compartimenti stagno”.
Secondo i segretari generali, Carmine Ranieri (Cgil), Leo Malandra (Cisl), e Michele Lombardo, (Uil), il Piano portato al vaglio dell’aula “manca di tre strumenti fondamentali quali l’Atto di Indirizzo Applicativo e Gestionale del Piano Distrettuale, le Linee Guida e la Convenzione per l’integrazione Sociosanitaria: documenti di fondamentale importanza – osservano – sia per la definizione dei piani distrettuali che per realizzare nella nostra regione quella integrazione socio sanitaria da troppo anni declamata ma ancora lontana dal
diventare realtà”.
“Di fatto – sottolineano i sindacalisti – ad oggi si chiede al Consiglio Regionale l’approvazione del Piano sociale senza che vengano discussi ed approvati anche i tre documenti. E’ assolutamente sbagliato sottrarre tali atti all’approvazione
dell’assise regionale. Per conseguire gli obiettivi previsti è quanto mai necessario integrare per davvero il piano sociale con la rete sanitaria territoriale e con quanto previsto dalla missione 6 del Pnrr in tema di case della salute, ma ad oggi
tale confronto con l’ente regionale è ancora fermo nonostante la Asl 2 abbia già deliberato le opere da realizzare senza che vi fosse nessun atto di programmazione regionale a monte e risulta che le altre Asl si stanno muovendo in ordine sparso”.