Tra tutti coloro che la bevono il 40,9% dichiara di farlo sempre o quasi sempre. I motivi che spingono gli italiani a berla sono la comodità (31,7%) seguita dalla bontà (20,5%).
Nel 22,9% dei casi si rileva la presenza di almeno un sistema di affinaggio dell’acqua (nel 2016 era il 15,5%). Tra questi sistemi, il 12% è rappresentato dagli apparecchi per l’eliminazione del cloro o altre sostanze indesiderate (percentuale raddoppiata in 2 anni) seguiti dalle caraffe filtranti che si attestano al 6,7%. Di questi il 16,5% ha dichiarato di aver sottoscritto un abbonamento di manutenzione periodica.
Inoltre, si è indagato su quanto in questa regione i cittadini siano propensi a bere acqua trattata del rubinetto fuori casa. Il 28,6% degli intervistati la beve negli esercizi commerciali e il 40,5% la berrebbe se gliela offrissero. Si è anche chiesto quanti conoscano il servizio offerto dai chioschi dell’acqua che mettono a disposizione dei cittadini acqua potabile trattata e non, refrigerata o addizionata di anidride carbonica. I cittadini che usano/userebbero il servizio sono il 54,7% degli intervistati. In particolare poi, il 61,8% sa se il Comune di residenza offre o meno il servizio: nel 40,2% dei casi il Comune aderisce all’iniziativa.
Per la prima volta, infine, si è indagato sulla preoccupazione dei residenti nei confronti della presenza di sostanze contaminanti nell’acqua del rubinetto. Il 50,7% si è dichiarato preoccupato e il 4% si è dichiarato non preoccupato.