Nel mercato di Teramo, in via Roma (angolo di via Po) squisite degustazioni, bruschette e abbinamenti, con gli imprenditori e le imprenditrici agricole che, nei panni di “tutor della spesa”, hanno aiutato i consumatori a riconoscere i sentori dell’olio nuovo tra bruschette e nuove ricette che sono state apprezzate da un pubblico di tutte le età e hanno ufficialmente il via alla vendita dell’olio nuovo.
Stesso copione a Pescara, nel mercato di Campagna Amica di via Paolucci, con i tutor dell’olio e gli agrichef al lavoro con ricette ad hoc ma anche piccoli focus su extravergine ed alimentazione per conoscere il vero made in Italy. Sul bancone allestito dagli agricoltori, pane con olio nuovo ma anche olive in salamoia e patè per condire le bruschette, oltre ad insalate di legumi lessi dal sapore semplice ma molto gettonato dai clienti del mercato.
“Un modo semplice – spiega Coldiretti Abruzzo – per promuovere i mercati di Campagna amica ed in particolare un prodotto agricolo di eccellenza che in Abruzzo conta un totale di circa 60mila aziende produttrici di cui 15mila che coltivano prevalentemente olivo, oltre 350 frantoi e tre Dop. Quella appena conclusa – sottolinea Coldiretti – è una annata decisamente positiva per qualità. Ma attenzione: il rischio di comprare olio che viene dall’estero spacciato per italiano è sempre in agguato. Il consumatore deve fare attenzione e verificare bene la provenienza”. Insomma Coldiretti Abruzzo avverte: attenzione a cosa compriamo. Le precauzioni da prendere prima di “scegliere un olio” sono sempre almeno tre: 1) guardare con cura le etichette; 2) acquistare extravergini a denominazione di origine Dop, che hanno qualità garantita e standard certificati; 3) acquistare olio extravergine italiano direttamente dai produttori o nei mercati di Campagna Amica.
Coldiretti ricorda inoltre che a livello nazionale, per quanto riguarda la quantità la produzione di extravergine nel 2019 è stimata in aumento dell’80% dopo il crollo storico registrato lo scorso anno. Aumento di produzione anche in Abruzzo (seppure inferiore alla percentuale nazionale) ma con una situazione diversificata in base alla territorialità, con zone in cui si è registrato un fortissimo incremento rispetto allo scorso anno ed alcune in cui, al contrario, la produzione è scesa.
A livello nazionale si punta – sottolinea la Coldiretti – ad una produzione di oltre 315 milioni di chili, che resta comunque notevolmente inferiore alla media dell’ultimo decennio. Nel confronto con il 2018 lungo la Penisola – sottolinea Coldiretti – la produzione torna a crescere al Centro Sud dove si concentra gran parte del raccolto nazionale mentre è prevista in discesa al Nord. A pesare sul mercato è il basso prezzo di olive e olio riconosciuto agli agricoltori già ad inizio campagna con valori che sono al di sotto dei costi di produzione. E’ il risultato – precisa la Coldiretti – delle distorsioni, delle speculazioni e degli inganni che si verificano lungo la filiera a causa degli evidenti squilibri di potere contrattuale.
Nei soli primi otto mesi dell’anno si registra infatti – denuncia la Coldiretti – un balzo del 48% nell’arrivo dall’estero di olio iberico spesso mescolato con quello nazionale per acquisire, con le immagini in etichetta e sotto la copertura di marchi storici, magari ceduti all’estero, una parvenza di italianità da sfruttare sui mercati nazionali e mondiali. Il risultato è – rileva Coldiretti – un’invasione sugli scaffali dei supermercati di prodotti di scarsa qualità a prezzi stracciati proprio nel momento in cui sta arrivando l’olio nuovo italiano, con un effetto dirompente che rischia di vanificare l’ottima annata produttiva. Grazie alla crescita record la Spagna – sottolinea Coldiretti – si conferma il primo importatore in Italia con oltre i tre quarti del totale delle vendite nel nostro Paese.
A favorire gli arrivi dall’estero è la mancanza di trasparenza nonostante sia obbligatorio indicarla per legge in etichetta dal primo luglio 2009, in base al Regolamento comunitario n.182 del 6 marzo 2009. Sulle bottiglie di extravergine ottenute da olive straniere in vendita nei supermercati è quasi impossibile, nella stragrande maggioranza dei casi, leggere le scritte “miscele di oli di oliva comunitari”, “miscele di oli di oliva non comunitari” o “miscele di oli di oliva comunitari e non comunitari” obbligatorie per legge nelle etichette dell’olio di oliva. La scritta è riportata in caratteri molto piccoli, posti dietro la bottiglia e, in molti casi, in una posizione sull’etichetta che la rende difficilmente visibile. Inoltre spesso bottiglie con extravergine ottenuto da olive straniere sono vendute con marchi italiani e riportano con grande evidenza immagini, frasi o nomi che richiamano all’italianità fortemente ingannevoli. I consumatori dovrebbero fare la spesa con la lente di ingrandimento per poter scegliere consapevolmente.