“E’ infatti di qualche giorno fa la dura condanna dei vertici di CIA e Coldiretti che, dopo la modifica della legge n. 10 del 2004, chiedono ora il conto al centrodestra regionale che, malgrado le promesse di marcia indietro fatte durante l’ultimo sit-in di protesta delle associazioni di categoria davanti all’Emiciclo, non ha mantenuto la parola data” aggiunge l’ex Assessore Regionale al ramo. “Addirittura i vertici della CIA chiedono le dimissioni del Presidente della III° Commissione, reo di non aver mantenuto quanto promesso durante il sit-in di protesta, e sia CIA che Coldiretti bocciano senza appello la gestione di questo delicato tema da parte dell’Assessore Imprudente, al quale si chiede di “battere un colpo”, e del Presidente Marsilio, reo di aver fatto un sacco di promesse al mondo agricolo, tutte puntualmente disattese”.
“Quello dei cinghiali non è solo un problema economico, a cui comunque andrebbero date risposte concrete sotto forma di aiuti e ristori celeri e certi, ma è soprattutto un problema sociale e sanitario che rischia di avere ripercussioni a medio-lungo termine sull’intero comparto agricolo regionale che, ci tengo a ricordarlo, è strategico per la nostra regione” prosegue Pepe. “Non posso quindi che rilanciare l’allarme lanciato da CIA e Coldiretti e unirmi al loro appello: Imprudente, Marsilio, Di Matteo…se ci siete “battete un colpo” e dimostrate che state seriamente lavorando per risolvere l’emergenza cinghiali in tutto l’Abruzzo”.
“Infatti le modifiche apportate all’art. 44 dall’attuale maggioranza affidano la gestione e l’organizzazione delle attività di controllo dei cinghiali agli AA.TT.CC.. Questa disposizione appare in netto contrasto con la Legge 157/92 e quindi palesemente illegittima. Una peculiarità tutta abruzzese, non riscontrabile in altre regioni italiane, con cui la Regione delega ad altri una propria competenza e responsabilità. Oltre gli aspetti formali – conclude Dino Pepe – è paradossale che Marsilio & Co. abbiano assegnato anche le attività di controllo faunistico agli AA.TT.CC. quando molti di questi, fino ad oggi, fanno fatica a gestire in modo efficiente il cinghiale durante l’attività venatoria e, soprattutto, quando (altra peculiarità tutta abruzzese) gli stessi AA.TT.CC. non pagano i danni causati da questa specie al martoriato comparto agricolo regionale. Insomma, siamo di fronte all’ennesimo pasticcio di questa Giunta”.