“La conferenza stampa del Pd per spiegare le ragioni della candidatura in una specifica sala della Regione Abruzzo utilizzando attrezzature, uffici e personale dell’amministrazione regionale è alquanto vergognoso e offensivo.
D’Alfonso se intende fare campagna elettorale lo svolga come libero cittadino e come tutti gli altri candidati con i suoi personali strumenti e risorse e non utilizzando la cosa pubblica e i soldi dei cittadini abruzzesi contribuenti”.
Questo il commento del consigliere regionale di Forza Italia Mauro Febbo. “La conferenza stampa svolta oggi dal candidato D’Alfonso – con al suo fianco il segretario regionale del Pd Marco Rapino e l’altro candidato Camillo D’Alessandro, è un’offesa alle istituzioni regionali ed agli abruzzesi. D’Alfonso non pensi di essere un extraterrestre a cui tutto è permesso, perché sarà mia premura sino al 4 marzo controllare con quali mezzi e strumenti il Presidente della Regione intende svolgere la sua campagna elettorale per il Senato. Monitoreremo nei minimi dettagli in quale veste intende svolgere il ruolo di candidato poiché non permetteremo e tollereremo una sovrapposizione di ruoli e funzioni.
Intanto siamo in attesa di conoscere quanti fondi pubblici ha speso con la campagna pubblicitaria dei manifesti 6×3, chi ha autorizzato la spesa e soprattutto la legittimità della stessa (su cui nutriamo molti dubbi). Credo che gli abruzzesi meritano di continuare ad avere una guida serena e consapevole e che si dedichi ‘anima e corpo’ nella gestione della macchina regionale e risolvere le tante problematiche e vertenze aperte”.
“Pertanto – conclude Febbo – investirò direttamente il Presidente del Consiglio, che colpevolmente ha già permesso al PD di sospendere fino al 4 marzo le attività consiliari e legislative, tra l’altro anche lui scorrettamente presente alla Conferenza stampa odierna, affinché il D’Alfonso lasci e passi immediatamente tutte le sue funzioni al vice presidente Giovanni Lolli prima che si incorra in situazioni illegittime, poco trasparenti ed in palese conflitto d’interesse e, soprattutto, senza imbattersi nel serio rischio di offendere le istituzioni regionali e gli abruzzesi”.