E’ il commenta Francesco Di Giuseppe, Vice Presidente di Gioventù Nazionale (movimento giovanile FDI), aggiungendo “è il solito, osceno, negazionismo di sinistra. E si materializza ogni anno, in particolare nelle date limitrofe al ‘Giorno del Ricordo’ anche se stavolta si è andati molto oltre con le dichiarazioni condite di odio di Claudio Mastrangelo che si scaglia contro la decisione del centrodestra della Città di Pescara reo, a suo dire, di aver proposto e votato l’ordine del giorno per dedicare una via alla memoria della martire Istriana”.
“Le parole di Mastrangelo sono il segno tangibile dell’imbarbarimento dilagante nel nostro paese, ma quel che colpisce, è che tale imbarbarimento si esprima con più forza tra coloro che dicono di combatterlo, i cosiddetti ‘democratici’ che istituiscono commissioni orwelliane contro l’odio, trasformano in una “bomba mediatica” qualsiasi attacco ad un loro esponente, inondano le prime pagine dei giornali con notizie tali da far presumere un ritorno a chissà quale totalitarismo nazionale del passato, aggrediscono e censurano chi non la pensa come loro per poi essere i primi portatori e fomentatori di odio, divisione e mistificazione storica. È bene che Mastrangelo torni a studiare un po’ di storia, scoprirà così che Norma Cossetto ha subito un martirio, non ci sono altre parole per definirlo. E non è stata la sola: ci sono state le esecuzioni senza processo, gli annegamenti, le fucilazioni, gli stupri. Tutto questo contro civili inermi”.
“Norma – precisa – è stata una martire perché era una ragazza che non aveva fatto del male a nessuno e scontò come unica colpa quella di essere la figlia del podestà fascista. Possedeva la tessera Guf come migliaia di studenti che prenderanno poi la tessera del Pci e che per Mastrangelo forse sono ‘esempi’ come Fo, Scalfari, Bottai e Bocca solo per citarne alcuni. Con l’unica differenza che Norma non si è genuflessa, non ha accettato di collaborare con i partigiani. Ma non odiava e non aveva mai ferito nemmeno una mosca. Contro di lei è stata fatta una violenza inaudita e viene perpetrata ogni volta che si nega questa violenza e se ne impedisce il ricordo”.
“Forse, come ha scritto Marcello Veneziani in un articolo di qualche tempo fa ‘Riusciremo a digerire nella mente e nel cuore, nella carne e nello spirito, la nostra storia più atroce e divisiva quando avremo colto il senso sovrumano e subumano, soprannaturale, metastorico, della tragedia. E l’avremo rappresentata adeguatamente. In modo da caricarci sulle spalle la croce di quel passato, come una ferita e un peso per tutti’. Nel frattempo Mastrangelo farebbe bene a vergognarsi e chiedere scusa”, conclude Di Giuseppe.