Decreto Semplificazioni. Cgil: la Regione si attivi per rendere interventi strategici

In attesa che si concretizzino anche per L’Aquila e Teramo progetti per la realizzazione di adeguate infrastrutture ferroviarie, sarebbe opportuno che la Regione Abruzzo favorisse immediatamente le note soluzioni alternative in grado di assicurare ai cittadini delle due province servizi e collegamenti altrettanto capillari ed efficaci verso la capitale.

 

A scriverlo, in una nota, sono Carmine Ranieri, segretario regionale della Cgil, Francesco Marrelli e Giovanni Timoteo, rispettivamente segretari provinciali di L’Aquila e Teramo.

Contestualmente al Decreto Semplificazioni varato nei giorni scorsi dal Governo Conte, è stato altresì approvato dal Consiglio dei Ministri l’elenco di 130 opere strategiche individuate specificamente dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e per il quale si attiverà una “corsia preferenziale” nella tempistica realizzativa. In definitiva si tratta di un consistente piano di investimenti per il rilancio dell’economia e che determinerà il proprio impatto su opere idriche e ferroviarie nonché su infrastrutture stradali e autostradali del paese.

 

Anche l’Abruzzo è stato incluso tra le Regioni che beneficeranno di importanti questi interventi infrastrutturali che nel caso specifico riguarderanno più da vicino gli interventi di messa in sicurezza delle autostrade A24 e A25 e per quanto attiene il trasporto ferroviario la velocizzazione della tratta Pescara Roma. Inoltre sempre in ambito ferroviario è previsto il superamento del binario unico sulla tratta Termoli – Lesina il cui intervento pur non ricadendo direttamente nel territorio abruzzese, determinerà indubbi vantaggi sull’intera tratta ferroviaria adriatica.

 

Detto che la Cgil unitamente alle altre organizzazioni Sindacali e alle associazioni delle imprese, si è già espressa positivamente condividendo l’importanza strategica di opere infrastrutturali che valorizzino l’asse trasversale Est-Ovest, Civitavecchia-Pescara-Ortona come unico corridoio possibile del Paese, riteniamo altresì positivo che il masterplan del governo abbia previsto un ampio sviluppo del trasporto ferroviario regionale ponendosi come obiettivi l’aumento del 20% della velocità degli spostamenti ma soprattutto consentire alla gran parte degli italiani di poter raggiungere in meno di un’ora una stazione ferroviaria ad alta velocità.

 

Bene fanno quindi alcuni amministratori locali delle aree interne a spingere e pretendere interventi infrastrutturali ferroviari in grado di rompere l’isolamento di alcuni territori già profondamente segnati dall’appartenenza ai noti crateri sismici. Da parte sua la Regione Abruzzo dovrà dotarsi di una vera e propria strategia di rilancio delle aree interne, rivolgendo maggiore attenzione all’implementazione del sistema infrastrutturale e dei servizi essenziali al fine di invertire una tendenza oramai allarmante che è quella dello spopolamento dei territori montani.

 

Pertanto, è necessario accelerare la tempistica affinché si concretizzino nuovi progetti e nuove opere infrastrutturali ferroviarie; nel contempo è opportuno che le amministrazioni locali delle aree interne ricadenti nelle province di L’Aquila e Teramo si attivino per ricercare insieme alla Regione quelle soluzioni alternative che nell’immediato potrebbero attenuare l’isolamento in cui versano alcuni territori e alcuni capoluoghi di Provincia garantendo ai cittadini delle due province servizi e collegamenti altrettanto capillari ed efficaci verso la capitale.

 

Il pensiero ovviamente è rivolto a quanto come Cgil stiamo sostenendo da tempo rispetto alla necessità di dover rivedere la decisione assunta nel dicembre 2017 dall’allora Giunta D’Alfonso, che nel ridefinire i livelli dei servizi minimi e degli ambiti di traffico del trasporto pubblico locale, privò della contribuzione pubblica, le tratte di collegamento da e verso la capitale provenienti per l’appunto dalle aree interne della Regione e dalle province di L’Aquila e Teramo.

 

È necessario, pertanto, rivedere quella decisione e contestualmente estendere ai cittadini delle stesse province gli indubbi benefici del cosiddetto biglietto unico, al momento limitato ai soli cittadini dell’area metropolitana Chieti Pescara.

Sono soluzioni immediate e di buon senso, seppure parziali, in grado di ridurre i disagi derivanti dalla mancanza di una mobilità alternativa su ferro che, non a caso, ha costituito nel tempo il vero presupposto che ha indotto il legislatore a ritenere tale collegamento essenziale e quindi meritevole di contribuzione pubblica.

 

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