E’ quanto emerge da un’indagine di Cittadinanzattiva su liste d’attesa e fondi per le Regioni per recuperare le prestazioni sanitarie sospese a causa del covid, da cui emergono una “grande disomogeneità e trasparenza non effettiva”. L’indagine è stata effettuata da Cittadinanzattiva tramite lo strumento dell’accesso civico, in merito ai Piani regionali per il recupero delle Liste d’attesa e sui fondi ripartiti alle Regioni.
Le Pubbliche Amministrazioni sono state interpellate in particolare su: emanazione del piano regionale per il recupero delle liste d’attesa e fondi previsti, programmi/azioni per il recupero delle liste d’attesa, numero prestazioni effettivamente recuperate e ancora da recuperare. L’Abruzzo, emerge analizzando l’indagine, è una delle dieci regioni che hanno fornito “risposte complete ed esaustive”. In particolare, per quanto riguarda i ricoveri, su 30.977 prestazioni non erogate ne sono state recuperate 7.785. Sul fronte screening oncologici, su 60.099 prestazioni non erogate sono 37.385 quelle recuperate. Sono infine 11.262 le prestazioni specialistiche ambulatoriali recuperate.
“Chiediamo alle Regioni di dare piena attuazione al piano di recupero delle liste di attesa post-covid – afferma Anna Lisa Mandorino, segretaria generale di Cittadinanzattiva – rendendo trasparenti le informazioni sui modelli organizzativi applicati, sulle tempistiche e sui criteri di priorità. Su un tema importante come quello del ‘ritorno alle cure ordinarie’, i cittadini non possono attendere oltre e hanno diritto ad avere piena trasparenza. Anche per questo chiederemo un confronto con il Gruppo di lavoro tecnico che sta per insediarsi presso il Ministero della Salute per valutare come recuperare le prestazioni negate ai cittadini durante la pandemia”.