La Costa dei Trabocchi è un luogo meraviglioso che il turismo troppo poco spesso prende in considerazione quanto dovrebbe.
Il litorale abruzzese, in provincia di Chieti, è sicuramente un posto da visitare almeno una volta nella vita per il suo fascino e il carico di storia. Partiamo col parlare un attimo di Chieti, una provincia immersa nel verde e che vede sconfinare nella parte ovest lo splendido Parco Nazionale della Maiella. Anche se spesso dimenticato è un posto ricco di storia e che sfiora i 400mila abitanti, diventando la provincia più popolata dell’Abruzzo per la sua estensione da oltre 2.5 mila chilometri quadrati.
Ma cosa sono i trabocchi che danno il nome a questo litorale? Si tratta di speciali palafitte costruite in legno e che un tempo venivano utilizzate per la pesca.
Questo perché si tratta di un tratto di mare dove, anche grazie allo scarso inquinamento, si può pescare in tranquillità nonostante col passare del tempo molte zone siano state dedicate solo ed esclusivamente al turismo e dunque abitate da spiagge con numerosi turisti. Ora però vogliamo parlare più approfonditamente della Costa dei Trabocchi dove possiamo passare alcuni giorni davvero straordinari.
Costa dei Trabocchi, un posto ricco di storia e fascino
La Costa dei Trabocchi è un posto davvero magico che sorge in provincia di Chieti e che va visitato almeno una volta nella vita. I trabocchi, come già detto, sono delle palafitte in legno utilizzate per la pesca, ma sono anche in grado di raccontare la storia di uno splendido posto offrendo parte del patrimonio tradizionale della regione stessa.
Questi strumenti sono composti da una piattaforma di legno che può allungarsi verso il mare con due, o anche più, bracci che sono chiamati antenne. A questi sono legate delle reti a maglie strette che invece sono note come trabocchetti. Grazie, poi, a un sistema ad argani si potevano immergere in acqua per poi tirare su tutto il pescato.
Si tratta di uno dei mezzi più antichi della pesca che pare risalire addirittura al tempo dei Fenici, uno dei documenti che accerta la presenza in questo tratto risale al XV secolo nell’opera religiosa in cui viene raccontata la vita di Fra Pietro da Morrone poi Papa Celestino V.
Inutile negare che oltre ai trabocchi c’è anche un mare splendido sia da vedere e nel quale poter fare il bagno in un posto mitico dove si può fare un salto nel passato.