Il consigliere regionale di Abruzzo in Comune, Sandro Mariani, sottolinea ancora una volta la necessità di un’indennità di rischio per il personale sanitario regionale.
“E’ fondamentale riconoscere subito una specifica e maggiore indennità di rischio a chi in questo momento è impegnato sul fronte sanitario – dice – Necessarie sono anche misure di sostegno alle famiglie, ai lavoratori e alle imprese sia per far fronte ad esigenze primarie, a causa del prolungarsi delle misure contenitive, sia in prospettiva di una ripresa e riapertura dei diversi comparti produttivi, che spero possa verificarsi al più presto. Le risorse che la Regione è chiamata a mettere in campo devono essere serie e adeguate. Dovrebbe essere chiaro a tutti che non è il momento del “gioco delle tre carte” e che i cittadini non potranno tollerare annunci e manifesti di somme stratosferiche delle quali non dovessero poi avere reali riscontri”.
E ancora: “Ho già espresso le mie perplessità e i miei timori sulla legge regionale licenziata dalla maggioranza di centro destra e ieri mattina ho depositato in Consiglio regionale un progetto di legge che modifica alcuni punti della legge del 6 Aprile, in modo da renderla più incisiva e rispondente ai bisogni degli abruzzesi. Nel progetto di legge a mia firma, è contenuta la proposta di un apposito piano straordinario per l’integrazione dell’indennità di rischio di tutto il personale medico, infermieristico e degli operatori socio sanitari impegnati nell’ambito dell’emergenza Covid, nonché dei medici di medicina generale. Ho suggerito, nero su bianco, anche come dare copertura economica al piano, con oltre 6 milioni certi, immediatamente utilizzabili, che diano una risposta al rischio al quale i nostri sanitari sono esposti, e non un contentino vuoto legato alle sanzioni di chi viola le restrizioni, peraltro soggette a eventuali ricorsi e dunque incerte oltre che insufficienti”.
Mariani ieri mattina, sempre nella proposta, ha espresso “la necessità di modificare la destinazione delle risorse stanziate per l’acquisto di beni di prima necessità: la via più breve ed efficace, perché le famiglie abruzzesi abbiano immediata disponibilità di quanto previsto, è quella di ripartire i 5 milioni tra i Comuni integrando il fondo di solidarietà nazionale già avviato e operativo, che sta permettendo a tutti i Sindaci di far fronte alle richieste di sostegno. È inutile ingigantire le aspettative e poi deluderle, i fondi stanziati dalla regione non potranno coprire tutte le necessità che questa emergenza ha creato, scegliere un canale già in uso e rodato sommando i fondi regionali a quelli nazionali permetterebbe ai Comuni una migliore ripartizione degli aiuti sui territori. Nel progetto di legge affronto nel dettaglio anche la tutela dei professionisti del turismo e degli operatori culturali, il sostegno alle famiglie intervenendo sulle rette per nidi e infanzia, la sospensione dei termini dei titoli di viaggio per gli studenti che non possono utilizzarli e l’abolizione del comma sulla sospensione della manutenzione delle caldaie.
Sono convinto che la situazione data ci imponga un grande sforzo di ascolto, una prossimità sociale in grado di far sentire a tutti i cittadini che siamo capaci di comprendere le necessità e di elaborare soluzioni”.