Celiachia, buoni digitali: all’appello mancano 4 regioni, anche l’Abruzzo

Abruzzo. Diciotto Regioni su 22 sono passate ai buoni spesa digitali per gli alimenti senza glutine per i pazienti celiaci: per Aic, Associazione italiana celiachia, è un ottimo traguardo, ma serve che anche le ultime quattro portino a termine il processo.

 

Attualmente le Regioni che non hanno ancora effettuato il passaggio sono Abruzzo, Molise, Sardegna e Sicilia. “L’erogazione gratuita degli alimenti senza glutine è un diritto inserito nei Livelli Essenziali di Assistenza – Lea che garantisce alle persone celiache un buono mensile di spesa- spiega il presidente Aic Giuseppe Di Fabio- la scelta di trasformare il buono da cartaceo a digitale è stata dettata da una serie di vantaggi: riduzione dei costi diretti, garanzia di una rendicontazione trasparente e automatica, possibilità di frazionare la spesa che permette al paziente di ritirare gli alimenti in base al fabbisogno, ma soprattutto la facilitazione della circolarità del buono tra le Regioni e PA italiane.

 

E’ fondamentale che le 4 Regioni mancanti completino il processo di digitalizzazione al più presto”. La digitalizzazione si pone anche come importante strumento facilitatore di un altro importante obiettivo per Aic: l’accesso alla terapia anche fuori dalla Regione di residenza, che permette a chi è celiaco di spostarsi per lavoro, studio o vacanza di ritirare nel luogo di destinazione lo stretto indispensabile per seguire efficacemente la terapia, evitando di viaggiare con inutili scorte, spesso sprecate.

 

Dalle Regioni che hanno adottato il buono digitale e utilizzano lo stesso software (Provincia Autonoma di Bolzano, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Lombardia, Toscana, Veneto) -conclude Di Fabio -ci aspettiamo che inizino sin da ora ad applicare la circolarità del buono con l’auspicio che al più presto venga preso un provvedimento che consenta ai sistemi informatici di tutte le regioni di dialogare tra loro perché diventi realtà in tutto il Paese. Oggi i pazienti che si trovano in una regione diversa da quella di residenza non possono accedere alla terapia senza glutine, ma la celiachia non scompare nel momento in cui si varca un confine e conservare il proprio diritto su tutto il territorio italiano è ciò che i pazienti si aspettano”.

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