Carenza di pediatri: Regione al lavoro per risolvere il problema

La Regione, nel rispetto della normativa vigente, delle procedure e degli accordi sottoscritti con le organizzazioni di categoria, ha sempre messo in campo ogni azione utile per sopperire alla carenza di pediatri di libera scelta in alcuni ambiti territoriali e continuerà a farlo anche alla luce del nuovo accordo nazionale sottoscritto pochi giorni fa.

 

Abbiamo anche presentato una richiesta di parere al Ministro Speranza, che al momento non ha ancora ricevuto risposta. Va stigmatizzata, però, la ormai costante strumentalizzazione che il PD fa delle legittime aspettative di alcuni cittadini, interpretando le disposizioni a piacimento e facendo come al solito prefigurare scarsa attenzione da parte del governo regionale. Vale la pena ricordare come sia stata questa giunta regionale, per la prima volta, a trovare un’intesa per aumentare il massimale dei singoli pediatri nelle aree dove si registravano disagi”.

Lo puntualizza l’assessore regionale alla Salute, Nicoletta Verì, intervenendo sull’ennesimo intervento del PD sul tema di un presunto numero insufficiente di pediatri in alcune zone, soprattutto in provincia di Pescara.

Il nuovo accordo nazionale – spiega l’assessore – conferma il precedente rapporto ottimale per istituire una nuova sede di assistenza pediatrica: un pediatra ogni 600 bambini di età compresa tra 0 e 6 anni. Non c’è quindi alcuna novità rispetto all’accordo del 2005 e dunque continua a non essere conteggiata la fascia di età tra i 6 e i 14 anni. La nuova intesa prevede che le Regioni possano modificare questo rapporto, ma solo nell’ambito dell’Accordo integrativo regionale che deve essere dunque sottoscritto anche dalle organizzazioni di categoria dei pediatri. Viene invece prevista un’ulteriore possibilità a livello delle singole Asl, che hanno la facoltà di istituire nuove sedi in deroga, ma solo dopo il parere del Comitato aziendale. E’ facile comprendere che di fatto sia sempre necessario un accordo, in assenza del quale il rischio di contenzioso (con conseguente possibile annullamento del provvedimento) è inevitabile”.

La Verì rimarca come in sede di rinnovo dell’Accordo integrativo regionale verrà sottoposta all’attenzione del Comitato permanente della pediatria di libera scelta l’opportunità di rivedere i rigidi parametri per l’istituzione di nuove sedi.

“Lo abbiamo fatto in precedenza e continueremo a farlo – puntualizza – ma vanno tenute in considerazione anche le istanze dei pediatri, che alla luce del costante calo demografico che si registra in diverse aree meno densamente popolate, potrebbero non avere interesse ad accettare alcune sedi. Non dimentichiamo che il loro rapporto con le Asl non è di dipendenza, ma di convenzione. Vale a dire che non c’è alcun obbligo di scegliere le sedi che non ritengano di loro interesse. Per questo motivo continueremo a portare avanti la strada del dialogo, nell’auspicio di raggiungere un compromesso che possa rispondere alle istanze dei territori. Siamo consapevoli di cosa significhi l’assistenza pediatrica per le famiglie ed è per questo che, come sempre, il nostro impegno sarà massimo”.

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