Lo affermano in una nota congiunta sei sigle associative, ovvero Casartigiani, Claai, Cna, Confartigianato, Confcommercio e Confesercenti, che sottolineano come identica previsione “sia contenuta anche nel Documento di economia e finanza triennale, il Defr, per il periodo 2021-2023: prefigurando così un danno di lungo periodo per questi settori, la cui maggioranza attende ancora di ricevere i ristori promessi e stanziati dalla Regione”.
“L’attenzione rivolta ad artigianato e commercio, sempre indicati come i più esposti alla crisi economica che la pandemia ha drammaticamente sottolineato – continua la nota – rimane dunque confinata nel libro delle buone intenzioni, ma all’atto pratico non si traduce in alcuna scelta concreta di sostegno attraverso il principale strumento di governo, il bilancio». La critica delle associazioni della piccola impresa del commercio e dell’artigianato si incentra in particolare sui problemi del credito, punto dolente di un’emergenza che negli ultimi mesi è cresciuta a dismisura di pari passo con la carenza di liquidità delle imprese: “Avevamo chiesto al governo regionale di prevedere meccanismi di sostegno, attraverso il potenziamento dei confidi, ma anche in questo caso nulla è stato previsto, con prevedibili ulteriori danni per questi settori.
Una richiesta, la nostra, motivata soprattutto dal fatto che le misure statali di sostegno al credito, come la concessione dei prestiti fino a 30mila euro garantiti attraverso il Fondo centrale di garanzia, sono state in grado di soddisfare solo una platea ridotta di imprese. Adesso ci attendiamo che più attenzione ci venga rivolta almeno dal rinnovato vertice della Fira, la Finanziaria regionale”.