“La decisione annunciata dal Presidente della Regione Abruzzo di assumere su di sé le deleghe affidate all’assessore Mauro Febbo revocandogli l’incarico in Giunta regionale non può essere condivisa da Forza Italia.
Si dovrebbe semmai riflettere collegialmente sulle scelte fatte in occasione delle recenti elezioni amministrative, dove gli errori di valutazione sono stati molteplici e di tanti. Basta guardare ai risultati del primo turno o alla contrarietà agli apparentamenti al ballottaggio, che venivano auspicati da Forza Italia e dallo stesso Presidente Marsilio. Bisogna analizzare insieme gli errori fatti e cercare le vie per una ribadita e più forte coesione.
Evitando rinnovati scontri che non sono utili all’ azione amministrativa ma che insieme dobbiamo portare avanti al servizio dei cittadini. E l’assessore Febbo anche da questo punto di vista è una risorsa essenziale nel governo della Regione Abruzzo.
Con lealtà ma anche con fermezza rappresenteremo questa posizione di Forza Italia al Presidente Marsilio e alla coalizione, confermando stima e sostegno per l’assessore Mauro Febbo”, così in una nota il senatore Nazario Pagano.
Pd Abruzzo. “La maggioranza di centrodestra si è arresa ai diktat della Lega e dopo alcune settimane di stancheggio, sono oggi arrivate puntuali le rese dei conti, per i tradimenti e le divisioni elettorali. Toccando il sensibilissimo assessorato alle Attività Produttive dato il momento. Questa la priorità del governo regionale, in piena seconda emergenza epidemica”, così il capogruppo Pd in Consiglio regionale Silvio Paolucci e il segretario regionale Pd Michele Fina.
“Non è chiaro se ci sarà un solo capro espiatorio o se si procederà a un nuovo assetto – aggiungono i due esponenti Pd – Di certo c’è la l’implicita consapevolezza da parte del governo regionale della propria inadeguatezza. Proprio quando ci sarebbe bisogno di una maggiore capacità e lucidità di guida, determinazione e coesione. Per questo chiediamo alle forze di maggioranza: fate presto!
La Regione da settimane è ostaggio di questo regolamento di conti e invece abbiamo bisogno di un governo regionale che si occupi dell’agenda dei problemi degli abruzzesi. A partire dall’emergenza dovuta alla pandemia per la quale abbiamo chiesto e continuiamo a chiedere una cabina di regia che coinvolga anche le forze di minoranza, ma ci rendiamo conto, da questi fatti, che fanno fatica a capirsi anche tra alleati”.
Sara Marcozzi (M5S).“La rimozione di Mauro Febbo dall’incarico di Assessore alle Attività Produttive, Turismo, Beni e attività culturali e di spettacolo, è la conclusione di giochi di poltrone già visti. Un autentico regolamento di conti interno in perfetto stile western nello scenario di Regione Abruzzo, costantemente svilita e calpestata da Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia per interessi campanilistici legati alle elezioni amministrative. In tutti questi giorni di stallo alla messicana, se avessero impiegato metà del tempo passato a litigare, a studiare nuove forme di sostegno al tessuto economico, probabilmente gli abruzzesi avrebbero ottenuto aiuti concreti e non la solita vuota propaganda. È sempre più evidente come la Giunta Marsilio ponga come primo, e forse unico, obiettivo quello di difendere gli interessi dei singoli partiti nell’incessante ricerca di un precario e inarrivabile equilibrio nella maggioranza”.
È questo il commento del Capogruppo M5S in Regione Abruzzo Sara Marcozzi. “Emerge chiaramente – prosegue – tutta la debolezza e l’incoerenza del Presidente Marsilio, in balia delle correnti, delle rivalità e delle ritorsioni all’interno della sua maggioranza. È evidente che i giochi politici relativi al benservito a Mauro Febbo siano quanto di più lontano dalle priorità e reali esigenze degli abruzzesi alle prese con le difficoltà sanitarie ed economiche causate dalla seconda ondata della pandemia da Coronavirus”. “Dopo la vergognosa gestione del lavoro delle Commissioni di ieri, quando probabilmente tra i corridoi già circolavano notizie di accordi per tenere buoni tutti gli esponenti di tutti i partiti della maggioranza, oggi arriva un altro oltraggio alla Regione, piegata alle necessità della ‘Lega delle poltrone’, che adesso potrà gioire per aver raggiunto il primo obiettivo dall’inizio della Legislatura, in barba alle reali esigenze dell’economia regionale. Mi domando, arrivati a questo punto, con quale credibilità Marsilio possa continuare a guidare la Giunta se è più impegnato a tenere gli equilibri interni che a risolvere i problemi degli abruzzesi. L’Abruzzo resta ancorato alle logiche del passato, i fatti degli ultimi giorni smentiscono chi continua ad autodefinirsi nelle piazze e sui social “patriota” e “portatore del cambiamento”. Come volevasi dimostrare, in Regione Abruzzo, non è cambiato un bel niente”, conclude.
Camillo D’Alessandro. “L’epilogo della vicenda Febbo rappresenta il fallimento del Presidente Marsilio, che dimostra davanti a tutti gli abruzzesi di non essere libero, ma politicamente ricattabile. I presidenti o sono liberi o trasformano la Regione nella succursale dei partiti. Sconcerta che di fronte alla più grave crisi sanitaria ed economica dal dopoguerra ad oggi Marsilio si renda strumento di giochi di palazzo.
Ora è evidente che Forza Italia non riesce a difendere i suoi uomini e le sue scelte, tanto a Chieti, quanto ad Avezzano figuriamoci sui territori che saranno liberi di muoversi. Ora sia apre una grande possibilità a partire dalle amministrative di primavera. Lavoro con la Rete Abruzzi, la rete di associazioni e liste civiche, come nel modello Chieti, a larghe coalizioni che presenteranno il conto tra qualche anno in Regione”.
Maurizio Acerbo. Mi sono scontrato con Mauro Febbo per anni avendo cultura e collocazione politica assai distanti. Ma per onestà intellettuale credo che tutti gli avversari politici come me debbano riconoscergli la capacità e l’impegno che che lo contraddistinguono. Ha dimostrato il suo valore da Presidente della Provincia di Chieti e poi da assessore regionale.
Ritengo molto grave che il presidente Marsilio abbia accettato il diktat di un partito di peracottari come la Lega abruzzese e abbia ritirato le deleghe a un assessore che lui stesso dichiara aver fatto un ottimo lavoro. Febbo viene buttato fuori dalla giunta regionale per una vendetta politica con una logica partitocratica inaccettabile. Usano la Regione come se le istituzioni fossero proprietà della loro combriccola. Nel pieno di un’energenza sanitaria, economica e sociale fanno una crisi di una giunta regionale perché un candidato imposto e pure antipatico ha perso le elezioni a Chieti? Ma pensassero a risolvere i problemi della gente se ne sono capaci!