Pescara. Quarta notte nel palazzo pescarese della Regione Abruzzo per i 4 disabili gravi che lunedì mattina si sono incatenati nella sede di viale Bovio contro l’esiguità dei fondi regionali per la vita indipendente. Il consiglio regionale si è già impegnato a reperire 1 milione di euro per rifinanziare la legge 57 ma Vox, Gelsumini, Di Domenica e Peluzi vogliono un impegno ufficiale del governatore D’Alfonso.
L’assessore Marinella Sclocco anche ieri ha ribadito personalmente ai manifestanti che l’unanimità del Consiglio si è impegnata a stanziare 400mila euro nella bozza del bilancio in approvazione in questi giorni, a erogarne altri 400mila a giugno e altri 200mila a fine settembre 2015. Ma a chi si sta battendo, rischiando gravi ripercussioni di salute, non basta. Ieri Camillo Gelsumini ha ribadito che vuole sentire la promessa d’impegno concreto dalla viva voce di Luciano D’Alfonso in conferenza stampa: “Troppe le voci da politico che fin qui abbiamo sentito, anche dalle precedenti amministrazioni, e poi solo elemosina”.
D’Alfonso, dal canto suo, non ci ha ancora messo la faccia ma solo una nota, diffusa ieri pomeriggio, rassicurando “la volontà deliberata di dare corso a quanto stabilito con la risoluzione urgente adottata dal Consiglio regionale il 16 dicembre scorso, che impegna il governo dell’Abruzzo ad incrementare lo stanziamento nel Bilancio di previsione 2015 da destinare alla copertura finanziaria della legge regionale per la vita indipendente a partire dal prossimo mese di marzo”. Né più né meno che quanto già detto dai vari Sclocco e Paolucci, dunque la posizione dei disabili incatenati rimane salda. Anzi, ancora più indignata per il mancato accenno di D’Alfonso all’aumento del fondo sistematico richiesto per il 20% su base annua: pertanto ora vogliono che il fondo venga ampliato a 3,2 milioni.
Non è servito nemmeno l’intervento mediatore del questore Passamonti: fin quando non vedranno D’Alfonso davanti a microfoni e telecamere ad assumersi l’impegno, i 4 rappresentanti del Movimento Vita Indipendente si dicono decisi a continuare la loro occupazione. Senza guardare al calendario che si avvicina al Natale, ma soprattutto rischiando la propria incolumità: alcuni di loro hanno bisogno dei respiratori artificiali e le lunghe giornate di disagio accumulate hanno messo a dura prova il fisico di chi già combatte quotidianamente per sopravvivere. E che ci siano i volontari della croce rossa a monitorare in ogni istante la situazione non lascia ben sperare.