Pescara. I depositi crescono, confermando la propensione al risparmio, ma i finanziamenti a imprese e famiglie scendono inesorabilmente. E intanto in Abruzzo il costo del denaro veleggia con interessi di quasi due punti in più della media nazionale.
Così uno studio realizzato da Aldo Ronci per la Cna abruzzese fotografa l’andamento del credito nella nostra regione nel 2013: in soli due anni, considerando anche il 2012, sono stati sottratti alle attività produttive qualcosa come un miliardo e 163 milioni di euro.
La chiusura dei rubinetti operata dal sistema bancario abruzzese, in realtà, stride con l’andamento dei depositi: nella “pancia” del sistema bancario regionale, infatti, tra gennaio e dicembre dell’anno passato i depositi hanno registrato una crescita record di 781 milioni di euro (con un incremento percentuale del 3,47%, contro una media nazionale del 3.3%), mentre nello stesso arco di tempo il credito a famiglie e imprese ha subito una restrizione di ben 758 milioni.
A soffrire di più del taglio, sul piano territoriale, è stata la provincia di Chieti, la più forte dal punto di vista produttivo, che si trova in condizioni di gravissima sofferenza: all’appello mancano infatti ben 279 milioni di euro. Ma restrizioni significative, anche se più contenute, sono pure quelle che hanno colpito l’aquilano (-133), cioè il territorio ancora alle prese con i problemi della ricostruzione post-sisma, Pescara (-101) e Teramo (-56). Nelle due province in maggior affanno, i valori percentuali dei tagli sono stati superiori alla media nazionale: con -5,67%, sia Chieti che L’Aquila si attestano al di sopra della media Italia, ferma a qualche frazione inferiore (-5,54%).
Male sono andati un po’ tutti i settori produttivi, come illustra il curatore della ricerca. “Peggio di tutti – dichiara in merito – se l’è passata l’industria, con una restrizione di 312 milioni. Ma tagli pesanti hanno subito pure le costruzioni (-168), le micro imprese (-27) e i servizi (-75)”.
“Consapevoli della drammaticità dello scenario, e nonostante alcuni atteggiamenti a dir poco singolari che provengono dai vertici del mondo bancario regionale – commenta il direttore della Cna regionale, Graziano Di Costanzo – nel documento che abbiamo messo a punto per le elezioni regionali abbiamo sostenuto che la strada da seguire resta quella della patrimonializzazione dei confidi. Nell’ambito della programmazione 2014-2020 dei fondi comunitari e di quelli per la coesione e lo sviluppo, riteniamo sia questa la sola via per imprimere una svolta, e far sì che il sistema bancario riapra i rubinetti. In Abruzzo le banche praticano un tasso d’interesse sulle operazioni a revoca pari all’’8,57%, a fronte del 6,84% nazionale, e dunque con uno spread di 1,73 punti percentuali, certo anche a fronte di una maggiore quantità di crediti non esigibili, le cosiddette “sofferenze”. Tutto questo – conclude – accade nel momento in cui si conferma la propensione al risparmio, come dice l’incremento dei depositi bancari, aumentati di 781 milioni di euro. Ecco, è di questi dati e di queste dinamiche che vorremmo discutere con il sistema bancario regionale, per ricreare, insieme, le condizioni per una reale ripresa dell’economia del nostro territorio”.