Autodromo Montorio, per D’Alessandro ‘forte impatto ambientale e nessuna garanzia di sviluppo’

D_Alessandro_CesareMontorio. Il consigliere regionale Cesare D’Alessandro interroga Gianni Chiodi sul progetto per la realizzazione dell’autodromo in località San Mauro di Montorio al Vomano.

Stando, infatti, a quanto dichiarato dal politico, il Comune avrebbe comunicato l’avvio del procedimento di esproprio per la realizzazione dell’autodromo, precisando che sono attualmente mancanti tutti i pareri, nulla osta ed ogni altro atto di assenso degli Enti competenti ad esprimersi in ordine al progetto, che dovrebbero essere acquisiti attraverso un’apposita conferenza di servizi.

L’autodromo occuperebbe una superficie complessiva di circa 52 ettari (l’equivalente di 75 campi di calcio internazionali) ricadente in contesto di grande valenza naturale, alle porte del Parco Nazionale del Gran Sasso, che sarebbe compromesso dall’attività motoristica tipica. “Ma questo sarebbe anche accettabile – accusa D’Alessandro – o almeno discutibile a fronte di concrete possibilità di sviluppo e nuova occupazione. Ritengo, però, che le previsioni dei soggetti finanziatori dell’iniziativa contrastino con i fatti, considerato che l’autodromo non sarebbe in grado di fronteggiare l’agguerrita concorrenza generata dalle consolidate realtà del centro e nord Italia. Vale appena ricordare il fallimento e le difficoltà di gestione di famosi autodromi come quello di Imola, localizzato nell’area nazionale a maggior concentrazione di aziende, appassionati e consumatori di sport motoristici; o come quello del Nurbungring, che registra forti passività e altri ancora. Spesso l’unica soluzione possibile consiste nella messa in liquidazione della gestione e vendita all’asta della struttura, commisurata al solo valore del terreno occupato. Chiodi deve dirci se  ritiene che l’iniziativa abbia le gambe per camminare da sola, oppure se, come pensiamo noi, corra il serio rischio di diventare una mera ‘cattedrale nel deserto’ fonte solo di problemi per la manutenzione, occupazione di suolo, inquinamento e quant’altro, dopo aver devastato un intero territorio che vanta, fino ad oggi, peculiarità e vocazioni ben diverse”.

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