C’erano anche una ventina di abruzzesi domenica scorsa tra gli attivisti e volontari dell’Associazione “Animalisti Italiani Onlus” che hanno bloccato l’ingresso del Parco “Zoomarine” di Torvaianica, a Roma, per impedire ai visitatori di entrare in quello che definiscono “un lager per i delfini“.
Alla testa della rappresentanza abruzzese, l’88enne aquilana Margherita Sabatini, ma anche il consigliere regionale Walter Caporale e Alex Caporale, vice presidente nazionale dell’Associazione onlus.
Alcuni animalisti si sono incatenati tra loro, bloccando l’ingresso dei tornelli mentre gli altri attivisti hanno distribuito un volantino informativo, intonato slogan e mostrato cartelli contro la detenzione dei delfini.
Il presidente dell’Associazione “Animalisti Italiani Onlus”, Walter Caporale, ha spiegato al megafono i motivi della protesta e per oltre 45 minuti gli animalisti hanno urlato slogan, fischiato e bloccato l’ingresso, mentre arrivavano i visitatori costretti a restare fuori. Dopo poco meno di un’ora sono arrivati tre carabinieri, ma non sono intervenuti perchè la manifestazione era pacifica.
“E’ stato a questo punto” racconta Caporale “che i visitatori, aizzati dai dipendenti di Zoomarine, facendosi scudo con i bambini, hanno cercato di passare picchiando e assalendo gli animalisti”.
I video girati dall’associazione, dagli attivisti e da Striscia la Notizia, continua il consigliere regionale dei Verdi, “mostrano una verità diversa da quella dichiarata dal vergognoso e falso comunicato di Zoomarine, in cui si riferiva che i manifestanti avevano aggredito i visitatori ed i bambini”.
Dopo aver effettuato nella struttura alcuni sopralluoghi, nei giorni scorsi, con esperti e veterinari, l’Associazione ha denunciato Zoomarine per maltrattamento dei delfini, chiedendo il sequestro preventivo degli animali, il ritiro della licenza ai titolari e la condanna per maltrattamento di animali. “Il motivo del nostro blitz pacifico e nonviolento? Gli italiani” spiega Caporale “devono sapere che nelle strutture lager come Zoomarine i delfini vivono tra i due ed cinque anni, anziché 45 anni (età media in libertà), che sono costretti a compiere esercizi allucinanti. Per ottenere un po’ di pesce, ad esempio, vengono costretti a saltare fuori dall’acqua e a strisciare sul pavimento. Avete mai visto in mare un delfino uscire dall’acqua per mangiare? Anche una cucciola di delfina di otto mesi è costretta a giocare con una piccola palla. I delfini trascorrono tutta la loro esistenza dentro piccole vasche di 100-150 mq, anziché in centinaia di chilometri come avviene in libertà, sempre sotto gli occhi dei visitatori, non potendo nascondersi; in natura si nutrono di 8-10 chili di molluschi o pesce al giorno: nelle prigioni-delfinari sono tenuti a digiuno per poter effettuare tristi spettacoli”.
“I nostri video” aggiunge il lancianese Alex Caporale “hanno ripreso le aggressioni che abbiamo subito, tra l’altro si vede un carabiniere che sposta la mano di un aggressore ma non ha provveduto a prendere le generalità per farci procedere a querele dirette per violenza. Siamo tutti esterrefatti da quanto accaduto. In trent’anni di attivismo mai, ripeto mai, ho visto tanta violenza da parte di padri di famiglia e di mamme incuranti dei loro bambini spaventati sì, ma dalle grida dei loro genitori dirette a noi. Gli attivisti dell’Associazione non hanno reagito alle provocazioni ricevute, si sono piuttosto difesi, ma non hanno aggredito nessuno fisicamente”.
L’associazione, intanto, sostiene che i carabinieri non hanno preso le generalità di chi ha picchiato gli animalisti ma sta procedendo comunque alle denunce del caso.
Foto lastampa.it