L’uso del defribrillatore avrebbe potuto salvare Piermario Morosini. E’ la domanda che pende come un macigno sul caso della morte del giovane calciatore del Livorno, avvenuta il 14 aprile 2012 sul campo dello stadio Adriatico di Pescara. A dire il vero c’era più di un defibrillatore presente nell’impianto pescarese durante la partita dello scorso campionato di serie B, ma la discussione sorta dopo il mancato uso del macchinario nella tragica occasione ha riaperto, al proposito, il dibattito nel mondo sportivo nazionale.
La conclusione della diatriba arriva oggi, con la firma concertata del ministro della Salute, Renato Balduzzi, e del ministro per lo Sport, Piero Gnudi, sul decreto ministeriale che impone a tutte le società sportive, sia quelle professionistiche che quelle dilettantistiche, di dotarsi di defibrillatori semiautomatici. Il decreto riguarda la “Disciplina della certificazione dell’attivita’ sportiva non agonistica e amatoriale e linee guida sulla dotazione e l’utilizzo di defibrillatori semiautomatici e di eventuali altri salvavita”. Dall’obbligo di defibrillatore sono escluse le società dilettantistiche che svolgono attivita’ a ridotto impegno cardiocircolatorio. Le società dilettantistiche hanno 30 mesi di tempo per adeguarsi, quelle professionistiche 6.
Gli oneri sono a carico delle società, ma queste possono associarsi se operano nello stesso impianto sportivo, oppure possono accordarsi con i gestori degli impianti perchè siano questi a farsene carico. Il decreto ministeriale contiene linee guida dettagliate sulla dotazione e l’utilizzo dei defibrillatori. Dovrè, inoltre, essere presente personale formato e pronto a intervenire e il defibrillatore deve essere facilmente accessibile, adeguatamente segnalato e sempre perfettamente funzionante. I corsi di formazione sono effettuati dai Centri di formazione accreditati dalle singole Regioni.
Il decreto riforma anche la disciplina dei controlli e dei certificati medici: i soggetti non tesserati alle Federazioni sportive nazionali, alle Discipline associate, agli Enti di promozione sportiva riconosciuti dal Coni, che praticano attivita’ amatoriale (ovvero non regolamentata da organismi sportivi e non occasionale) devono sottoporsi a controlli medici periodici secondo indicazioni precise. Gli uomini fino a 55 anni e le donne fino ai 65, senza evidenti patologie e fattori di rischio, potranno essere visitati da un qualunque medico abilitato alla professione e il certificato avrà valenza biennale.