Chieti. “Stanno arrivando al pettine molti dei nodi legati all’Aca derivanti proprio dalla gestione tenuta saldamente in mano dalla politica che sin dall’inizio ne ha minato ogni possibilità di sviluppo industriale corretto e produttivo sia in termini di bilanci che in termini di qualità di servizi”. Così in una nota Sergio Montanaro di ideAbruzzo.
“Il commissario Caputi – prosegue Montanaro – a sua volta accusato di immobilismo da una politica sin troppo in movimento, denuncia chiaramente tale stato di fatto. Ancora una volta la politica si è impegnata per mettere in crisi irreversibile un settore strategico per la vivibilità e le possibilità imprenditoriali in campo turistico nella nostra Regione. I servizi erogati alla cittadinanza sono insufficienti sia per la qualità del servizio stesso che per la forte incidenza sulle tasche dei singoli cittadini. La scarsissima qualità della proposta complessiva mette anche in difficoltà un settore come quello turistico, non dimentichiamo che l’Aca ha in gestione oltre le linee di adduzione dell’acqua, anche quelle degli scarichi fognari e depuratori, che a loro volta non eccellono in qualità di servizio e potrebbero mettere in grossa difficoltà, in mancanza di fondi per la giusta e necessaria manutenzione la parte costiera. Il commissario Caputi descrive una situazione a cui solo i soci delle varie aziende partecipate, ovvero i Comuni, possono porre un riparo. Ma gli stessi sindaci che votano favorevolmente i bilanci Aca anche se in passivo, hanno nei propri bilanci comunali delle passività legate ai mutui contratti a suo tempo per investimenti e che per effetto degli accordi relativi ai passaggi delle reti all’Aca l’Aca stessa dovrebbe pagare ma non lo fa, e che mettono in crisi i bilanci comunali. Se i comuni chiedessero all’Aca garanzie per il rispetto degli accordi non vi sarebbe la liquidità necessaria. Il problema che si pone è anche quello della necessaria certificazione del debito e del credito che dovrebbero fare i Revisori dei Conti degli enti. Questa è una forte responsabilità della politica che per gestire le proprie influenze non si cura di dare risposte agli impegni presi mettendo poi anche in difficoltà, oltre ai bilanci comunali, le possibilità di investimento. Non a caso si evidenzia anche la mancanza di controllo analogo tra i vari enti e quindi si pone forte l’accento sulla gestione dei programmi di investimento che vengono portati avanti senza una regolamentazione degli investimenti ma semplicemente, pare, a seguito di trattativa esclusivamente politica tra comuni interessati e componenti Cda. Ma la politica tutta – conclude Sergio Montanaro – si è ben impegnata anche per produrre confusione nell’assetto societario delle società di gestione. Nell’Ato pescarese sono presenti Comuni chietini che dopo il riassetto fatto dalla Regione in termini di ambiti, vengono anche convocati nelle assemblee del chietino e quindi sono presenti nell’Assemblea di due ambiti. La confusione regna sovrana. Ancora una volta alla politica che ha commissariato sé stessa dopo anni e dopo ingenti sperperi di denaro pubblico non resta che certificare il danno prodotto e lanciarsi nella prossima campagna elettorale regionale ormai iniziata prorogando l’agonia di questi tanti carrozzoni da cui invece la politica dovrebbe uscire”.