Regione Abruzzo, Governo impugna legge finanziaria

consiglio-regionale-abruzzoAbruzzo. Il Governo impugna la legge finanziaria della Regione Abruzzo. Su proposta del ministro per gli Affari regionali, il Governo ha impugnato davanti alla Corte Costituzionale sia la legge di bilancio che quella finanziaria della Regione Abruzzo.

Nella riunione di oggi del Consiglio dei ministri, l’esecutivo ha sollevato dubbi di legittimità costituzionale sulle due più importanti leggi della Regione Abruzzo. La prima è il bilancio di previsione per l’esercizio 2013. Per questa legge la motivazione addotta è la presunta violazione dell’articolo 81 della Costituzione laddove il documento contabile trova il pareggio attraverso l’utilizzo di un avanzo relativo agli anni precedenti non ancora certo visto che, come rileva il governo, la Regione non ha approvato i rendiconti relativi agli anni a cui fa riferimento il presunto avanzo di risorse. Unici documenti questi ultimi, in grado, evidentemente, di certificare la sussistenza del surplus utilizzato. Quanto alla seconda legge impugnata, si tratta della Finanziaria, la legge, cioé, che ogni anno stanzia risorse. In sintesi, secondo il governo vi sono norme che stanziano somme inesistenti. Cioé norme prive di copertura finanziaria, come si dice nel gergo utilizzato nello stilare le motivazioni delle impugnative. La prima norma censurata è relativa a un contributo per il Consorzio di ricerche applicate alla biotecnologia (Crab) di Avezzano per aiuti sulla filiera lattiero casearia di 26 mila euro. La seconda si riferisce a un contributo di 45 mila euro per l’associazione On the Road di Pescara, anch’esso disposto da una norma, dunque, apparentemente priva di copertura finanziaria. Altra norma censurata prevede contributi per la gestione forestale sostenibile per un importo complessivo di 50 mila euro, pure questa secondo il Governo indica un capitolo di spesa privo di risorse. Infine, cosa che potrebbe suscitare polemiche, è stata impugnata per mancanza di copertura finanziaria la norma che prescrive aiuti agli operatori della marineria di Pescara. La stessa misura recentemente riproposta nell’ultimo Consiglio regionale per prorogare il termine dei fermo al fine di attendere le operazioni di dragaggio. Secondo quanto osservato dal governo, la norma prevede un importo di 300 mila euro mentre sul capitolo ne sono stanziati solo 100 mila. Da qui la mancanza di copertura finanziaria e quindi la violazione dell’articolo 81 della Costituzione. Inoltre, per la copertura di spese per i trasporti per euro 21 milioni sono state utilizzate risorse per euro 13 milioni che per il governo sono destinate al settore sanitario.

 

Il commento di Giovanni D’Amico (PD). Chiodi il risanatore e la sua maggioranza di centro destra sono ripartiti con le famose “leggi omnibus” di antica memoria, distraendo persino i fondi dal servizio sanitario regionale. Questa in sostanza la censura del governo alla legge finanziaria per il 2013, tacciata di contrasto con i vincoli di finanza pubblica fissati dall’art. 117 della Costituzione. Il governo di fatto chiarisce che in presenza di un pareggio “presunto”  dei conti della sanità, la Giunta Regionale ha distratto fondi per finanziare senza copertura altre  iniziative.
Più volte in Commissione ed in Consiglio ho denunciato la pratica che riavvia la tecnica ormai insostenibile dei finanziamenti a pioggia, privi di efficacia e copertura finanziaria. Mai che l’assessore Masci ed il Presidente Chiodi abbiano voluto convenire su tale rischio, al punto che al voto della finanziaria, pur avendo il gruppo del Partito Democratico fatto una dura  opposizione con voto contrario, personalmente sono uscito dall’aula per ulteriore protesta. Ho memoria infatti degli insulti, anche personali, che subii dal centro destra nell’agosto del 2007, quando da Assessore al Bilancio mi rifiutai di votare l’ennesima omnibus. Eppure quella mia opposizione consentì fino al 2008, con regole di assoluto rigore, di finanziare tutte le funzioni fondamentali della regione (sostegno alle imprese, politiche sociali, aree marginali, edilizia scolastica e popolare, attività culturali, ecc.), fatto  che tutte le forze sociali riconoscono.
Oggi Chiodi, dopo aver desertificato lo sviluppo dell’Abruzzo con un presunto rigore contabile di stile ultramerkeliano, senza alcuna generazione di risparmio e di risorse orientabili allo sviluppo, sta lasciando briglia sciolta al “Partito della spesa” della sua maggioranza in Consiglio, con misure estemporanee e clientelari, prive di copertura finanziaria, o con copertura derivata dagli avanzi “presunti” del servizio sanitario, fuori dai vincoli dell’art. 117 e del piano di rientro dai debiti sanitari.
Voglio solo precisare che negli anni in cui ho svolto le funzioni di assessore al Bilancio, anche dopo il piano di rientro, il Governo non ha mai opposto le norme finanziarie e di bilancio della Regione, fortemente coerenti in sede tecnica seppur orientati ad un rigore sostenibile per l’Abruzzo.
Abbia il coraggio il Presidente di confrontarsi davvero con il Consiglio Regionale fuori dalla supponenza che lo ha guidato in questi anni. A volte costa un forte contrasto con la propria parte politica, come è capitato a me, ma certamente all’Abruzzo conviene!

 

CARLO MASCI, ASSESSORE REGIONALE AL BILANCIO.

Nessun problema per il Bilancio a seguito delle osservazioni del Governo. La questione dell’utilizzo dell’avanzo di amministrazione per 9 milioni di euro (su uno strumento economico complessivo di oltre 3 miliardi di euro) per la reiscrizione dei residui perenti si risolverà con una variazione di bilancio, come già comunicato dal Presidente Chiodi al Governo stesso. L’osservazione del Governo trae origine da una interpretazione restrittiva della sentenza 70/2012 della Corte Costituzionale riferita al Bilancio 2011 della Regione Campania. Ci saremmo preoccupati se il Governo ci avesse osservato la parte normativa che riduceva le tasse per 40 milioni di euro, ma così non e’ stato. L’Abruzzo rimane l’unica Regione ad aver ridotto le tasse.

 

 


 

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