La prima soluzione individuata è stata quella di un finanziamento diretto delle due Regioni Abruzzo e Lazio per finanziare l’applicazione dello sconto del 20% in favore degli utenti dell’infrastruttura. Dopo questo primo provvedimento, si è appreso, continuerà il confronto fra il Governo, i Ministeri dei Trasporti e delle Finanze e il concessionario, per la definizione di un nuovo piano economico e finanziario.
L’eventuale intesa da raggiungere, per la quale la Regione Abruzzo sta lavorando, è quella di determinare l’abbattimento pressoché totale dell’incremento subito dai cittadini e dalle imprese, ritenuto insostenibile anche da parte delle Regioni.
Trovo che sia vergognoso che le regioni Lazio e Abruzzo si siano impegnate a pagare con risorse pubbliche lo sconto del 20% per i pendolari sull’autostrada Pescara-Roma.
Non solo i cittadini sono oggetto di un vero e proprio salasso sull’autostrada con i pedaggi più cari d’Italia ma ora dovranno pagare anche quando l’autostrada non al percorrono.
Ricordo che l’autostrada fu privatizzata e affidata a Toto dal governo D’Alema nel 1999 e che poi Berlusconi beneficiò le imprese di lavori di pubblici come Toto di una norma che gli consentiva di farsi i lavori in proprio (senza gare e mettendo i costi a carico degli utenti con l’aumento delle tariffe).
Si tratta di un’autostrada i cui costi di costruzione erano stati completamente coperti e che quando fu privatizzata era in attivo.
Con Toto si è registrato un aumento vertiginoso dei pedaggi che nel 2018 è del 13%.
Toto l’anno scorso, dopo una campagna stampa dei suoi camerieri della politica regionale, ha avuto in regalo anche la possibilità di usare per fare i lavori di messa in sicurezza le somme che avrebbe dovuto pagare allo Stato.
In questo caso emerge un vero scandalo alla luce del sole, quellod el Presidente della Regione Abruzzo Luciano D’Alfonso che come emerso dalle inchieste giudiziarie che lo hanno riguardato è un uomo di Toto, che si è giovato per anni di regalie e che per difendersi si è autodefinito in sede processuale “damo di compagnia” della famiglia Toto.
In un paese civile l’intreccio D’Alfonso-Toto avrebbe impedito a un personaggio del genere di candidarsi. Ma nel PD già si parla di mandarlo a Roma dove spera di diventare sottosegretario alle infrastrutture per continuare a tutelare gli interessi dei gruppi (im)prenditoriali che lo hanno sponsorizzato.
Come può difendere gli interessi degli abruzzesi uno come D’Alfonso?
Rifondazione Comunista rivendica di essere stato l’unico partito a opporsi alla privatizzazione delle autostrade.
Ci batteremo insieme alla lista-movimento “Potere al popolo” per la revoca della concessione a Toto e la ripubblicizzazione dell’autostrada.
Maurizio Acerbo, segretario nazionale Rifondazione Comunista – Sinistra Europea aderente alla lista Potere al popolo