Eppure, la crisi in questo settore morde ferocemente, provocando la chiusura silenziosa di migliaia di imprese, e nonostante i tanti appelli lanciati nei convegni, dagli organismi economici, dalle diverse forze politiche, dalle dichiarazioni evidentemente di facciata che riconoscono questo segmento dell’economia come vitale per l’Abruzzo. Le associazioni del mondo della micro impresa (Casartigiani, Claai, Cna e Confartigianato) avevano formulato una richiesta, rivolta alla Giunta regionale e ai diversi gruppi consiliari che siedono a Palazzo dell’Emiciclo, secondo cui, attraverso un “taglio lineare” di modestissima entità (appena il 5%) applicato alle diverse voci del bilancio non legate a una previsione di legge o a un vincolo di destinazione, si sarebbe potuto consentire alla Regione di finanziare per il 2018 misure da destinare al comparto: dal credito alla trasmissione d’impresa.
Ma così non è stato. Hanno prevalso altre ragioni che gli artigiani e i micro imprenditori abruzzesi non capiscono e non vogliono capire, nonostante il trionfalismo delle dichiarazioni a favore di telecamere rilasciate da esponenti della Giunta, delle forze politiche di maggioranza che la sostengono, e pure di parte dell’opposizione (il centrodestra). Un grazie sentito, invece, agli esponenti del Movimento 5 Stelle che hanno presentato – dandocene informazione – un emendamento al testo del documento contabile, che recepiva le nostre richieste.