È quanto dichiara Carlo Costantini, Capogruppo regionale dell’Italia dei Valori, che ricorda che, a causa della legge 134, approvata lo scorso agosto, è tornato a farsi avanti il progetto di trivellazione conosciuto come ‘Ombrina Mare’, già stoppato nel 2010 grazie all’intervento delle associazioni ambientaliste e dei cittadini.
“Sotto la voce di ‘misure urgenti per la crescita del Paese’ – tuona il politico – sono state approvate dal Governo nazionale quelle che costituiscono, nei fatti, soltanto misure per la crescita dei facili guadagni delle compagnie petrolifere. La concessione Ombrina Mare permetterebbe la realizzazione nel nostro mare, a pochissimi chilometri dalla costa, di un vero e proprio ‘centro oli a mare’ per la desolforazione del greggio, con l’incenerimento giornaliero di circa 200 tonnellate di materiale di scarto. Le conseguenze sull’ambiente, sullo sviluppo del turismo e della pesca, sarebbero gravissime e per lungo tempo, peraltro senza alcuna contropartita in favore delle popolazioni danneggiate. Questo accade nell’indifferenza di Chiodi e della sua Giunta, che dimenticano le promesse fatte a suo tempo e gli impegni assunti, a parole, contro ogni tipo di trivellazione”.
Per questo motivo l’Italia dei Valori presenterà domani in Consiglio regionale una risoluzione urgente per manifestare al Governo la contrarietà degli abruzzesi e proporre, se fosse necessario, anche ricorso in sede amministrativa. “Con la nostra risoluzione chiediamo, inoltre – conclude Costantini – che la Regione metta i propri uffici legislativi a disposizione delle amministrazioni locali che vogliono tutelare il proprio mare, vera occasione di ricchezza e di sviluppo sostenibile”.