Provincia unica: si spacca anche il Pd

PdRegione_SocialePescara. Dopo il Pdl, sulla proposta di una provincia unica si spacca anche il Pd. Sclocco contro D’Amico, Ruffini e Di Pangrazio: “Territori e bisogni diversi”.

Se Testa e Sospiri, pescaresi di spicco nel Pdl, si erano schierato contro il governatore regionale Chiodi, dello stesso partito, per la proposta di una provincia unica con L’Aquila capoluogo, ora tocca al Pdl spaccarsi sul riordino degli enti provinciali. Ieri, nel corso della commissione consiliare riunita per discutere i risultati prodotti dal Cal, i consiglieri regionali Pd Claudio Ruffini, Giovanni D’Amico e Giuseppe Di Pangrazio hanno appoggiato l’idea di Chiodi, in quanto propedeutica a una “una coesa governance per  l’Azienda sanitaria, l’Azienda per l’Edilizia Pubblica, il Ciclo Idrico ed i Rifiuti, la Società di Trasporto Pubblico, di dimensione unica e regionale”

“Assolutamente no, non sono d’accordo”, si scaglia oggi Marinella Sclocco contro i vicini di scranno nell’Emiciclo, “non produrrebbe risposte concrete per i territori. Neanche nell’ottica della razionalizzazione della spesa”. Secondo la consigliera regionale Pd di Pescara, “una provincia unica non potrebbe risolvere i problemi delle gestioni dei servizi e delle risorse in modo omogeneo. Cosa che al contrario farebbero le due province che si misurerebbero con identici problemi e complessità avendo inclusi in esse sia la costa che l’entroterra. Con la provincia unica si genererebbe una sorta tensione tra i territori per la gestione di ogni competenza, vista la diversità e disomogeneità delle richieste che territori diversi producono. Necessità di investimenti diversi su tutto: infrastrutture, servizi, trasporti eccetera. Accentrare tutto in un unico Ente non può che produrre una reazione di tensione tra i territori, ovvero”, conclude, “una sorta di tutti contro tutti”.

Il dibattito intestino ai Democratici continua con la replica dei 3 consiglieri sopracitati: “Le Province così come sono state ridisegnate dai recenti provvedimenti del Governo non sono più delle istituzioni elettive e di governo del territorio, ma al contrario assomigliano sempre più a delle Aziende a cui affidare la gestione di alcuni servizi pubblici”. Per D’Amico, Ruffini e Di Pangrazio, gli enti provinciali sono delle scatole vuote: “Alle Province restano solo la viabilità e l’edilizia scolastica. La provincia unica” aggiungono “è per noi un momento di transizione necessario affinché si arrivi alla soppressione di tutte le province. Ed in questa fase la provincia unica è la soluzione che garantisce all’Abruzzo minori costi di gestione e minori divisioni sui territori”.

Al fianco di Marinella Sclocco si schiera, invece, il capogruppo Pd al consiglio provinciale di Chieti, Camillo D’Amico, che in una lettera inviata a Chiodi per chiedere la convocazione di un dibattito con i rappresentanti dei gruppi consiliari provinciali, scrive: “Non è assolutamente condivisibile l’ipotesi di un’unica provincia perché la coincidenza amministrativa è con l’intera regione e ne renderebbe assolutamente inutile e superflua l’esistenza; in tal caso meglio sarebbe la totale eliminazione ed allora potrebbe essere anche giusto, lecito e legittimo proporne tre tanto poi il tutto sarà rinviato alla legge di riordino che seguirà alla spending review”.

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