Per l’esperimento ”Sox” nei laboratori di fisica nucleare del Gran Sasso, non ci sarebbero rischi di rilasci di sostanze radioattive nell’ambiente ed eventuali contaminazioni delle falde acquifere: ad escludere il pericolo, citando le valutazioni dell’Ispra e dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, è il ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti, al question time di oggi.
“Per quanto di competenza, il mio ministero continuerà a tenersi informato e a mantenere alto il livello di attenzione sulla questione”, rassicura Galletti. Il ministero dello Sviluppo Economico, con decreto del 17 febbraio 2016, ha rilasciato il ”Nulla Osta di Categoria A” all’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare del Gran Sasso per l’impiego di sorgenti di radiazioni ionizzanti per realizzare il progetto SoX, sulla base del parere favorevole, con prescrizioni, espresso dall’Ispra e dalle altre amministrazioni coinvolte, tra cui la Regione Abruzzo.
“L’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare ha fatto presente, da un punto di vista tecnico – spiega Galletti – che ‘non esiste alcun rischio di dispersione di Cerio-144, e quindi di contaminazione anche minima dell’ambiente circostante, del laboratorio e in particolare delle acque del bacino del Gran Sasso, come evidenziato e dimostrato con studi tecnici completi nella documentazione tecnica allegata alla richiesta di Nulla Osta’”.
“L’Istituto ha, peraltro, precisato che il generatore di neutrini è progettato per garantire massima sicurezza anche in caso di eventi incidentali. In particolare – continua Galletti – il Cerio-144 è sotto forma di polvere solida, è sigillato in modo permanente e sicuro all’interno di una doppia capsula in acciaio saldata. La combinazione della doppia capsula in acciaio e del contenitore sigillato di Tungsteno rende impossibile la dispersione del materiale, anche in quantità minime e anche in caso di eventi incidentali indipendenti quali terremoti, incendi o allagamenti del sito dell’esperimento, scenari valutati attentamente nella fase di progetto”. Configurazione che rimarrà invariata per i 18 mesi circa di durata dell’esperimento, poi la sorgente tornerà in Francia, presso l’istituto che ne detiene la proprietà. “Al riguardo – sottolinea Galletti – anche Ispra ha evidenziato che per le caratteristiche fin qui esposte si esclude che, a seguito dell’impiego della sorgente, possano derivare rilasci di sostanze radioattive nell’ambiente ed eventuali contaminazioni delle falde acquifere. Ricordo inoltre che in sede di autorizzazione, l’Ispra ha fissato specifiche prescrizioni circa le prove da effettuare preliminarmente all’installazione e al successivo impiego della sorgente”. “L’Istituto pertanto effettuerà la propria attività di vigilanza sull’esecuzione delle prove, così come rilascerà il previsto specifico attestato di sicurezza, per quanto riguarda le operazioni di trasporto. Con riferimento alle operazioni di trasporto, è altresì previsto che venga rilasciato specifico attestato di sicurezza da parte del Centro Nazionale per la Sicurezza Nucleare e la Radioprotezione”, conclude il ministro dell’Ambiente.
INTERROGAZIONE PARLAMENTARE. “Dopo le notizie di stampa degli ultimi giorni sull’esperimento nucleare nei laboratori del Gran Sasso, dopo i dubbi e le opacita’ sollevate dalle associazioni ambientaliste e considerate anche le criticita’ emerse in passato, abbiamo depositato un’interrogazione ai ministri dell’Ambiente, dello Sviluppo economico e della Ricerca per cercare di fare un po’ di chiarezza su quello che sembra essere un esperimento potenzialmente ad altissimo rischio per gli abruzzesi, e non solo”. Lo afferma il deputato del M5S Gianluca Vacca, firmatario insieme ai colleghi abruzzesi Del Grosso e Colletti e alla deputata Terzoni (commissione Ambiente) dell’interrogazione depositata oggi. “In particolare chiediamo di rendere pubblico il nulla osta relativo all’istanza dell’Istituto che, presumibilmente, autorizza l’utilizzo di sorgenti radioattive; di conoscere l’intero iter autorizzatorio e la documentazione prodotta da tutti gli enti e le istituzioni coinvolti ed in particolare dal Ministero dello Sviluppo Economico, dal Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, dalla Regione Abruzzo, dai comuni coinvolti e dall’Istituto di Fisica Nucleare; e soprattutto se sono stati valutati i rischi ambientali e per le popolazioni e, di conseguenza, quali sono tali valutazioni, sia per il trasporto che per l’attivita’ che si svolgera’ nel laboratorio”, continuano i deputati. “I laboratori del Gran Sasso svolgono un’attivita’ di ricerca di eccellenza mondiale, e sono un patrimonio importantissimo non solo per il paese, ma per l’umanita’ intera; per questa ragione c’e’ bisogno della massima trasparenza sugli esperimenti condotti al suo interno, soprattutto quando hanno profili di rischio cosi’ alti. L’attivita’ del laboratorio deve essere sempre compatibile con la sicurezza dei cittadini e del territorio, considerando oltretutto l’importanza del bacino acquifero del Gran Sasso”, concludono i deputati pentastellati.