“Si tratta di una riduzione – sostiene la confederazione artigiana presieduta da Italo Lupo – che peraltro è stata più e più volte annunciata dallo stesso Chiodi agli organi di stampa. Se il disavanzo del sistema sanitario, che aveva generato le addizionali, è tornato sotto controllo, allora è davvero questo il momento di procedere a una loro riduzione, in modo da offrire alle famiglie e alle imprese una boccata d’ossigeno”.
A detta della Cna abruzzese, l’aliquota massima del 7,6 per mille applicata all’Imu di attività artigianali e commerciali, che entro il 18 giugno prossimo dovrà comunque essere pagata in acconto, e potrà invece essere successivamente ritoccata dai Comuni, anche con sconti, entro il prossimo mese di settembre, determinerà un forte aumento di costi per le imprese. Così, al presidente Chiodi la Cna chiede di operare, già entro dicembre – data fissata per il pagamento del saldo dell’imposta sugli immobili – la tanto annunciata riduzione delle addizionali applicate a Irpef e Irap, in modo da consentire una sorta di compensazione tra le diverse imposte. Insomma, con i risparmi di Irpef ed Irap sarebbe possibile alleggerire il carico dell’Imu.
Conti alla mano, la Cna ricorre a un esempio: per una sede di attività artigianali di 100mila euro di valore, in base alle rendite catastali, l’Imu grava per 760 euro l’anno. Il risparmio che si determinerebbe con l’abbattimento di un punto di Irap, già per un solo dipendente, è di circa 200 euro l’anno, considerando uno stipendio lordo di 20mila euro; se a questo si aggiungono 0,5 punti sull’Irpef, su un imponibile di 20mila euro di reddito di un piccolo imprenditore, si determinerebbe un risparmio di altri 100 euro. Insomma, il meccanismo compensativo permetterebbe davvero di risparmiare una somma vicina alla metà dell’importo dell’Imu: “Dunque – conclude la Cna – a Chiodi si presenta una buona occasione per trasformare una promessa in un risultato concreto”.