Pescara. Nel 2016 l’occupazione in Abruzzo è salita dell’1,4% rispetto all’anno precedente, dato superiore alla media nazionale (+1,3%), ma inferiore a quella del Mezzogiorno (+1,7%).
La regione si colloca alla decima posizione della classifica nazionale, guidata da Campania e Molise (+3,8%) e chiusa da Marche e Umbria (-0,8% e -1,5%). Quattordicesima posizione, invece, per quanto riguarda il tasso di occupazione: è al 42,1%, più basso della media italiana (43,7%) e più alto di quella del Mezzogiorno (33,9%).
E’ quanto emerge da un approfondimento che Confartigianato Abruzzo ha condotto su un’elaborazione dell’Ufficio studi della Confederazione nazionale.
In Abruzzo, nel 2016, gli occupati erano 485mila e i disoccupati 67mila, con un tasso di disoccupazione pari al 12,1%, dato che, in calo dello 0,5% sul 2015, colloca la regione all’ottavo posto della graduatoria nazionale.
A livello territoriale, situazione peggiore in provincia di Pescara, dove il tasso di disoccupazione era al 13,8%, con 18mila disoccupati, 112mila occupati e un tasso di occupazione del 40,2%. Seguono il Chietino, con un tasso di disoccupazione dell’11,9% (20mila disoccupati, 146mila occupati, tasso di occupazione del 42,9%), l’Aquilano (disoccupazione 11,7%, 15mila disoccupati, 114mila occupati, occupazione 43.2%) e il Teramano (disoccupazione 11,1%, 14mila disoccupati, 114mila occupati, occupazione 42,1%).
“E’ fondamentale – commenta il direttore regionale di Confartigianato, Daniele Giangiulli – che la Regione Abruzzo proceda alla pubblicazione dei bandi sulle politiche attive del lavoro e formazione, sui quali siamo in ritardo. Tali strumenti possono rappresentare un elemento di supporto al trend occupazionale positivo. Altro tema è quello relativo alla tassazione: la Regione deve ridurre la fiscalità di svantaggio, per far sì che il territorio torni ad essere capace di attrarre nuovi investimenti”.