Al termine della sua relazione la Bernardini, con una nuova azione di disobbedienza civile, ha piantato semi di marijuana in diretta: “E’ destinata a Fabrizio a meno che la ASL non gli prescriva la dose necessaria”, ha sottolineato.
L’avvocato Di Nanna, che ha descritto gli aspetti giuridici della vicenda, ha commentato: “Ciò che più sorprende è l’odissea sanitaria subita sia prima che dopo la carcerazione; è stato negato il diritto alla salute”. Rita Bernardini ha sottolineato le contraddizioni del proibizionismo: “Perché lo Stato vuole diventare finanziatore della criminalità organizzata, che grazie ai profitti è in grado di corrompere le stesse istituzioni?”.
Bernardini e Di Nanna hanno inoltre lanciato un appello per Fabrizio Pellegrini, il quale entro il 4 aprile dovrà trovare una nuova sistemazione per poter proseguire la misura di detenzione domiciliare, in virtù della scadenza dell’ospitalità attuale a Cremalcore, o dovrà tornare in carcere. “Avrebbe bisogno di un luogo per proseguire l’espiazione della pena che gli consenta un’attività socialmente utile”, ha spiegato l’avvocato: “Gli si chiuderanno presto le porte di Cremalcore e verrà meno anche quella ospitalità”.