Il Consiglio regionale, riunito in seduta straordinaria, ha approvato all’unanimità un documento a difesa dei tribunali di Lanciano, Vasto, Sulmona e Avezzano, a rischio soppressione nell’ambito del piano di riordino delle circoscrizioni giudiziarie italiane, previsto nella legge Finanziaria statale.
“Il Consiglio” si legge nella risoluzione “impegna il presidente Gianni Chiodi ad assumere ogni utile iniziativa presso il Governo nazionale e i suoi rappresentanti, affinché sia scongiurata la paventata soppressione dei tribunali di Lanciano, Vasto, Sulmona e Avezzano, che si tradurrebbe in un depauperamento della realtà sociale, civile e culturale delle città interessate, nonché delle loro economie generali. Il territorio abruzzese non necessita di una riorganizzazione della sua geografia giudiziaria”.
Il Governatore, nel suo intervento, ha rimarcato di essere già al lavoro su questo argomento e di aver provveduto alla raccolta di una serie di dati sull’attività giudiziaria dei tribunali sub-provinciali. Nel documento approvato dall’Assemblea, pur condividendo la necessità di una riorganizzazione degli uffici giudiziari, viene auspicato un confronto sulle scelte, con la partecipazione “di tutte le rappresentanze che gravitano intorno a un tribunale, e non con l’applicazione del solo criterio della economicità, senza considerare la garanzia del servizio giustizia che lo Stato deve assicurare a ciascun cittadino”.
Nel dibattito è intervenuto anche il consigliere dell’Idv, Carlo Costantini, il quale ha ricordato quanto il sistema economico e produttivo consideri fondamentale il funzionamento della giustizia e quanto persino l’Europa consideri il cattivo funzionamento della giustizia italiana una delle cause della crisi che stiamo vivendo. “Per questo” ha detto “e per evitare che i tagli dei tribunali seguano le stesse logiche del taglio degli ospedali (che di sicuro hanno prodotto solo inefficienze, non certo reali economie), ho chiesto al Presidente della Regione di tenere conto, nell’assolvimento del mandato conferitogli dal Consiglio Regionale, della necessità di presidiare l’attuale organizzazione del sistema giudiziario regionale, favorendo le sole modifiche capaci di assicurare con certezza (non solo sul piano teorico) un miglioramento della qualità del servizio a favore degli utenti, cittadini o imprese. E tenendo, da ultimo, ben presente che disfunzioni e ritardi dipendono molto più da norme che sembrano, soprattutto nel campo penale, studiate appositamente per ingolfare il sistema, che dalla dislocazione degli uffici o da chi, magistrati o personale amministrativo, vi lavora”.