“Un nuovo periodo di riflessione e approfondimento scientifico e sociale sulla questione – scrive in una nota il presidente del Cai Abruzzo, Gaetano Falcone – consentirà a tutti di trovare soluzioni che evitino il ricorso a misure drastiche”.
La ricolonizzazione spontanea del lupo sulle montagne dell’Appennino, prosegue la nota, è un sicuro successo delle politiche ambientali che trovano nei Parchi nazionali e regionali gli interpreti della tutela e della difesa del loro ambiente naturale.
“Adesso si tratta di compiere un ulteriore passo avanti. I processi di ricolonizzazione devono essere accompagnati da adeguati interventi finalizzati a migliorare il contesto socio-ambientale indispensabile a garantire la convivenza con questa specie.
Accanto a misure di tutela e messa in sicurezza delle attività silvo-pastorali, vanno sburocratizzati gli adempimenti per il risarcimento dei danni causati dalla fauna selvatica.
Le Regioni e gli Enti territoriali promuovano una corretta e indispensabile comunicazione (anche attraverso le associazioni ambientaliste) per fornire ai portatori di interesse nozioni sull’ecologia e l’etologia dei grandi carnivori, perché se ne comprenda la funzione e il grande valore biologico”.
Il Cai Abruzzo, conclude la nota, si impegna a fornire il proprio supporto agli enti e alle istituzioni sia in termini di formazione sia mediante la raccolta di dati aggiuntivi su avvistamenti e indici di presenza.
“Il Cai mette a disposizione la propria capillare presenza sul territorio montano, segnalando situazioni problematiche di convivenza con l’uomo e valorizzando la messa in atto di azioni per migliorare la convivenza con le tradizionali attività zootecniche di montagna”.