L’Aquila. L’abruzzo è privo di un servizio geologico e sismico regionale: strumenti fondamentali sul fronte della prevenzione dei terremoti, del dissesto idrogeologico. Un gap evidente rispetto alle altre regioni. E’ quanto emerso da un servizio andato in onda nel Tg3 Abruzzo delle 14.
Sette mesi dopo il terremoto dell’Aquila il disegno di legge fu bocciato in commissione: “un errore”, ha ammesso Mauro Febbo di Forza Italia che annuncia una nuova proposta così come il sottosegretario, Mario Mazzocca, che ammette i ritardi.
I due esponenti politici hanno annunciato che presenteranno appositi progetti di legge, da apporvare in tempi molto rapidi, per l’istituzione di un servizio geologico e sismico regionale. Dal servizio del Tg3 è quindi emerso che è rimasta nel cassetto la legge numero 76 che avrebbe dovuto istituire il servizio geologico: la proposta risale al 21 ottobre del 2009, sette mesi dopo il tragico terremoto dell’Aquila per iniziativa dell’allora minoranza del Pd durante il governo del centrodestra, ma il testo fu bocciato in commissione.
Da anni regioni come il Lazio, l’Emilia Romagna, l’Umbria, e Toscana, si avvalgono del servizio geologico in molti casi associato a quello sismico e in Abruzzo manca anche quello. Strumenti fondamentali sul fronte della prevenzione dei terremoti, del dissesto idrogeologico.
Bastano alcuni numeri per quantificare il gap: meno di 10 i geologi alle dipendenze dalla nostra regione, 30 quelli che lavorano nel servizio geologico dell’Emilia Romagna insieme a 20 ingegneri e a una dozzina di informatici.
Insomma – ha detto Francesco Brozzetti, docente geologo all’Università d’Annunzio, anch’egli ascoltato dalla Tgr – meno condizionamenti politici e maggiore efficienza in attività decisive nella mitigazione del rischio e delle emergenze ambientali, nella valutazione degli interventi edilizi e urbanistici, oltre alla capacità di aggiornare le conoscenze e le cartografie: mancano ad esempio le mappe della zona di Montereale, Capitignano, di tutta quella zona fino ad Amatrice interessata dai continui terremoti, manca quella di Rigopiano teatro della recente tragedia.
L’aggiornamento della cartografia di Teramo ha consentito di mappare 2800 frane rispetto ad alcune decine riportate sul vecchio foglio redatto negli anni ’50.